Annegati dopo aver subìto ferite che sarebbero comunque risultate fatali nel violentissimo schianto contro gli scogli.

È il risultato emerso dalle autopsie sulle spoglie di Tommy Di Chello e Giacomo Bot, le due vittime dell'incidente in motoscafo dello scorso 6 dicembre all’Isola delle Bisce, nell’arcipelago di La Maddalena.

L’esame è stato eseguito dai medici legali Angela Seddaiu e Francesco Serra, incaricati dalla Procura di Tempio Pausania, che indaga sull’accaduto, alla presenza dei consulenti di parte, i medici legali Francesco Lubinu, nominato dall'avvocato Pietro Carzedda, per la famiglia Di Chello, e Alberto Chighine, incaricato dall'avvocato Matteo Pinna, per la famiglia Bot.

Secondo le indiscrezioni trapelate, l'annegamento è ritenuto causa della morte solo perché sopravviene più rapidamente. Ma le due vittime presentavamo traumi talmente gravi che ne avrebbero comunque causato il decesso.

Al termine dell’autopsia le salme sono state restituite ai familiari per i funerali.

L’ultimo saluto a Di Chello avverrà nella giornata di giovedì 15 dicembre a Golfo Aranci, dove viveva.

Il corpo di Giacomo Bot sarà invece trasferito a Napoli, dove risiedeva.

Per quanto riguarda l’inchiesta, la Guardia Costiera, coordinata dai pm di Tempio, prosegue negli accertamenti per fare piena luce sulla dinamica del tragico impatto.

Obiettivo degli inquirenti è riscotruire appieno dinamica e cause, oltre che le eventuali responsabilità.

A bordo del motoscafo si trovavano, oltre alle due vittime, anche Carlo Nieddu, anch’egli di Golfo Aranci, e un altro campano, Remo Bruno, figlio del proprietario della barca, entrambi rimasti feriti. 

(Unioneonline/l.f.)

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