Gravi indizi di colpevolezza e un reale pericolo di fuga: il gip del tribunale di Tempio Pausania, Marcella Pinna, ha convalidato oggi con queste motivazioni la misura cautelare in carcere per i due cittadini tunisini senza fissa dimora, Dkhili Mohamedymen, di 31 anni, e Khemissi Amine, di 26, accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza di 19 anni.

I due erano stati fermati lo scorso  7 novembre dai carabinieri di Arzachena, dopo che la giovane aveva sporto denuncia. Erano stati identificati grazie alle fotosegnaletiche.  

I fatti risalgono alla sera del 21 ottobre scorso, quando la ragazza, che si trovava in compagnia di un amico in via Aldo Moro, nel centro storico di Arzachena, sarebbe stata avvicinata da un gruppo di nordafricani.

Stando al racconto della vittima, Khemissi Amine avrebbe minacciato il suo amico dicendogli: «Se ti muovi ti ammazzo».  Dkhili Mohamedymen intanto  l'avrebbe afferrata da dietro strattonandola dalla cintola dei jeans e denudandosi. La ragazza era riuscita a divincolarsi e a scappare, facendo cadere a terra l'aggressore.

I due restano dunque rinchiusi nel carcere sassarese di Bancali, così come aveva chiesto il sostituto procuratore Alessandro Bosco. La giudice ha infatti ritenuto gravi gli indizi di colpevolezza raccolti dagli uomini dell'Arma e ha valutato la possibilità che i due tunisini, entrati in maniera irregolare in Italia attraverso l'Austria e passando per l'Ungheria, senza documenti, potessero fuggire e far perdere le loro tracce. Dkhili e Khemissi sono difesi rispettivamente dagli avvocati Mauro Muzzu e Giuseppe Corda, mentre la giovane è assistita dall'avvocata Daniela Peru e il suo amico dal legale Antonello Desini.

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata