Non hanno assistito ad episodi di aggressione o violenza, non hanno mai visto i messaggi che Ragatzu inviava all’allora compagna né le fotografie delle presunte lesioni riportate dalla donna.

Oggi si sono presentati in aula quattro dei cinque testimoni convocati dalla Procura di Tempio nel processo contro Daniele Ragatzu, l’attaccante dell’Olbia accusato di stalking e maltrattamenti ai danni della ex compagna.

A deporre la cugina della presunta vittima, suo marito e due colleghi di lavoro e amici della ex compagna del calciatore. Tutti hanno raccontato le stesse cose e hanno riferito di essere stati avvisati dalla donna delle presunte violenze subite solo dopo che i due si erano lasciati e che lei aveva sporto querela nei suoi confronti.

Deposizioni che hanno portato l’avvocato Filippo Pirisi, difensore di Ragatzu, a far emergere tutta una serie di contraddizioni: «Tutta la famiglia della ragazza era così disperata per la sua presunta situazione, ma nessuno in nove mesi ha pensato di raggiungerla a Olbia per accertarsi di persona delle sue condizioni - ha dichiarato il legale -. Hanno inoltre affermato che lei era sparita, poi però hanno raccontato che era apparsa trasandata, poco curata nell'aspetto. Ci chiediamo come facciano a dire queste cose non avendola mai vista in quei mesi».

La denuncia della donna, difesa dall’avvocata Cristina Cherchi, riguarda fatti risalenti al periodo tra ottobre 2016 e ottobre 2017, durante il quale la giovane era in attesa del loro figlio. A questo procedimento ne è collegato un altro dove le parti si sono invertite, Ragatzu ha infatti denunciato l’ex suocero per calunnia e falsa testimonianza. Nella deposizione il padre della ex ragazza dell’attaccante ha ritrattato, sostenendo che la vicenda è tutta una messa in scena orchestrata da lui, sua moglie e sua figlia.

Prossima udienza il 7 marzo, in aula gli ultimi testimoni chiamati dall’accusa.

(Unioneonline/L)

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