Convocate in 60 per lo screening mammografico e poi quasi metà del gruppo rimandato a casa perché gli specialisti non possono fare più di trenta test al giorno.

E successo a Olbia e le donne che si erano presentate nel centro screening dell’ospedale Giovanni Paolo II, invitate ad attendere per una nuova convocazione, non hanno preso benissimo la comunicazione degli specialisti impegnati negli esami.

Hanno chiesto spiegazioni ai medici, segnalando che per essere presenti all’appuntamento in ospedale si erano organizzate lasciando gli impegni di lavoro e familiari.

La risposta del personale del Giovanni Paolo II, non ha contribuito a calmare gli animi. Infatti è emerso che l’organizzazione dello screening è questa: viene dato l’appuntamento a 60 donne, dando per scontato che non tutte si presentino per il il test.

Poi si procede a una trentina di esami. Se tutte, o quasi tutte, sono in ambulatorio all’orario stabilito, qualcuna dovrà ritornare un’altra volta. Un sistema che non è andato giù alle signore.
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