È un vero e proprio giallo, quello del mercantile Lira recuperato dalla Guardia Costiera al largo della Sardegna e condotto in porto a Olbia.

L'armatore ha chiesto di poter trasferire l'imbarcazione in un cantiere nautico della Turchia, ma la Direzione marittima della città gallurese ha bloccato le operazioni.

Il cargo non si muove dalla banchina del molo Brin, sino a quando le indagini non chiariranno le ragioni dell'abbandono della nave da parte dell'equipaggio.

Nelle ultime ore, infatti, gli investigatori della Guardia Costiera di Olbia, coordinati dal direttore marittimo Maurizio Trogu, hanno verificato che non vi erano ragioni per lasciare la nave e lanciare il "mayday" a largo di Ustica.

Dalla notte tra il 16 e il 17 dicembre e sino al momento dell'intervento dei rimorchiatori davanti alle coste sarde, il cargo ha vagato senza controllo in acque internazionali, con gravi rischi per la sicurezza della navigazione e per l'ambiente marino.

I militari della Guardia Costiera hanno effettuato diverse ispezioni a bordo e sono stati sentiti i componenti dell'equipaggio.

Il mercantile appare in condizioni di efficienza e sicurezza tali da non giustificare minimamente l'abbandono da parte dell'equipaggio, almeno questo emerge dalla inchiesta in corso.

Quindi le verifiche (sulle quali vengono informati i magistrati delle Procure di Cagliari e Tempio) puntano ad accertare le motivazioni della condotta del personale che era a bordo del "Lira".

Per ora non ci sono ipotesi di reato, le indagini sono nella fase iniziale.
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