Sono due i sanitari indagati per la morte di Salvatore Careddu, avvenuta nell’ospedale di Olbia il 16 settembre scorso. La Procura di Tempio ha aperto un’inchiesta sul decesso del paziente (66 anni, di San Teodoro), che, stando a un esposto presentato dai familiari, sarebbe avvenuto dopo la trasfusione di emocomponenti non compatibili con il gruppo sanguigno della vittima. Si parla di una etichetta sbagliata su una provetta, un presunto errore che, secondo l’ipotesi al vaglio dei  pm di Tempio, ha fatto finire in Rianimazione Salvatore Careddu.

Purtroppo per il paziente non c’è stato nulla da fare. La Procura gallurese ha aperto una indagine per omicidio colposo. Su ordine della pm Milena Aucone è stata effettuata  l’autopsia sul corpo dell’uomo, affidata al medico legale Salvatore Lorenzoni e si attendono gli esiti dell’accertamento. Ieri sono stati celebrati i funerali di Careddu, la famiglia si aspetta una indagine accurata sui fatti.

I Carabinieri hanno già raccolto importanti elementi sulla vicenda. Careddu, gravemente malato, il 12 settembre si reca, accompagnato dai familiari nel Pronto soccorso di Olbia. Si parla immediatamente della necessità dell’amputazione di un piede. Ma la situazione precipita subito e si rende necessaria una trasfusione. Secondo la famiglia di Salvatore Careddu, è avvenuto un errore nella indicazione del gruppo sanguigno del paziente. Stando a indiscrezioni, i parenti di Careddu sarebbero stati contattati dalla direzione sanitaria del Giovanni Paolo II di Olbia che avrebbe confermato il problema. L’avvocato Alessandro Scaccia, legale dei familiari della vittima della presunta colpa medica, ha dichiarato: «Siamo certi che la Procura di Tempio condurrà indagini approfondite sull’operato dei sanitari, al fine di stabilire le cause del decesso e le singole responsabilità di tale evento, che ha colpito tutta la comunità di San Teodoro».

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