Uno “scherzo” costato diversi milioni di euro, e adesso il falso allarme bomba nell’aeroporto Costa Smeralda è un problema serio per un quarantenne di Carbonia, la persona che potrebbe essere chiamata a rispondere (non solo penalmente) dei danni subiti dalla Geasar (gestore dello scalo di Olbia), da diverse compagnie aeree e da centinaia di passeggeri. L’uomo, stando alle indagini condotte dal personale di Polaria e dai Carabinieri di Olbia e Carbonia, nel pomeriggio di martedì ha utilizzato il suo cellulare per segnalare al 112 la presenza di un ordigno sotto il velivolo AeroItalia in partenza per Milano.

La telefonata è stata circostanziata, la persona che ha chiamato il 112 ha indicato ora di arrivo del volo da Linate e tutto coincideva perfettamente con la tabella di marcia della compagnia aerea. Questo ha imposto il protocollo previsto per gli scenari peggiori, con evacuazione dello scalo e blocco di tutte le attività. Solo nella tarda serata di martedì, quando gli artificieri della Polizia di Stato hanno confermato che non c’era traccia di ordigni, l’aeroporto ha ripreso a funzionare. Quando ormai però il danno era già fatto. A imporre la massima attenzione e il protocollo di evacuazione del Costa Smeralda, anche la pesante situazione internazionale (escalation del conflitto Israele Hamas), ieri in Francia diversi scali aeroportuali sono stati classificati come obiettivi sensibili.

Il responsabile della telefonata è stato identificato quasi subito, nonostante abbia utilizzato il telefono con la modalità di emergenza. A quanto pare si tratta di una persona disorientata e suggestionata dalle notizie di queste ore sull’allerta nei Paesi europei per potenziali attacchi jihadisti. Sta di fatto che ora è sotto accusa per i reati di procurato allarme e interruzione di pubblico servizio. Le indagini sono condotte dalla Procura di Cagliari, una prima informativa è stata consegnata ai pm dal personale di Polaria di Olbia (coordinato dal dirigente Cristian Puddu). 

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