Sarà un murale in Vicolo della Refezione a ricordare Vincent e tutte le vittime di bullismo e cyberbulismo. In occasione della Giornata Mondiale che mette l’accento su questi gravi fenomeni, sempre più diffusi tra i giovani, è stato Matteo Plicchi a presentare l’iniziativa che, ad Olbia, omaggerà il figlio 23enne, vittima di accuse infamanti sul web.

Accuse che lo indussero al suicidio; il ragazzo si tolse la vita in diretta Tik Tok il nove ottobre dell’anno scorso. Vincent Plicchi e il papà Matteo, un legame fortissimo con la città: il giovane aveva addirittura lavorato in un cantiere del nuovo lungomare, lo si vede in una foto, proiettata stamattina nella sala giunta del Comune, insieme a tante altre immagini dove, più piccolo, viene ritratto al mare, in giorni, allora, spensierati e felici. Un momento di grande commozione ha preceduto il racconto e il ricordo dei fatti.

«È molto difficile raccontare – ha detto il padre di Vincent – per lavoro da sempre siamo molto legati alla città, per questo abbiamo chiesto al sindaco se ci poteva dare questa possibilità. Vincent era un grande fan di Salmo e anche lui ha aderito con gioia al progetto».

Vincent era un cosplay: sul suo profilo Tik Tok aveva creato il personaggio di Inquisitor Ghost, ispirato a un noto videogame e a Star Wars. Giovane dalle mille risorse creative, tatuatore, content creator, musicista: il suo alter ego aveva conquistato oltre 300.000 mila followers e stava diventando una star dei social.

«Questo suo successo, questa allegria, a un certo punto hanno creato odio e invidia economica – dice oggi Matteo Plicchi - non potevo immaginare del complotto in atto, scoperto dopo, per cui erano iniziate le accuse di pedofilia che lui viveva in totale isolamento. Questi soggetti hanno, praticamente, confessato online ma purtroppo nessuno si è mosso. Io, nel frattempo, sto indagando da solo e a fine mese dovremmo ottenere lo sblocco dell'account di mio figlio. Le leggi italiane – conclude Plicchi - attualmente sono inefficaci a combattere il cyberbullismo».

Il murale sarà realizzato a maggio da diversi street artist, tra i quali Massimiliano Landuzzi (Rusty), in un gemellaggio virtuale con il Comune di Bologna che, a sua volta, farà realizzare un’opera dedicata a Vincent. Non solo memoria ma monito e sguardo al futuro.

«Vorremo che il murale lanciasse chiaro il messaggio che dietro le maschere, come quella che portava mio figlio, ci sono delle persone – ha concluso il papà di Vincent – cosi come dietro i profili utenti che lanciano accuse, ma che non saprai mai chi sono, o i colossi delle piattaforme social che poi ti rimbalzano come muri di gomma. Questo dà un senso di impunità, spero che si faccia una legge che possa impedire a chiunque di mandare messaggi di morte e scomparire».

«Risvegliare le coscienze di famiglie, scuole e istituzioni», ha chiosato il Sindaco Nizzi, «affinché questi fenomeni, che spesso possono portare a eventi drammatici, possano essere combattuti».

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