«A un anno dall'entrata in vigore delle nuove tariffe del canone unico patrimoniale, centinaia di attività commerciali, in questi giorni, si sono viste notificare sanzioni spropositate per l'omessa comunicazione del posizionamento di vetrofanie». Così, i consiglieri comunali del PD sul caro insegne che, dopo l'annuncio del sindaco, Settimo Nizzi, dell'aumento della tassa comunale per le esposizioni pubblicitarie, aveva fatto insorgere gli imprenditori.

Premettendo che l'aumento del canone poteva essere applicato in maniera inferiore, gli esponenti Dem riferiscono che «le sanzioni emesse presentano una maggiorazione del 150 per cento anche su importi irrisori e, in molti casi, è stato applicato un errato conteggio». Non solo: «L'amministrazione, rilevata l'inadempienza in un momento di transizione, avrebbe ben potuto, lo scorso anno, avvisare bonariamente gli imprenditori a regolarizzare la propria posizione nel breve periodo, evitando quanto accaduto». Inoltre, scrivono i consiglieri in una nota, va fatto rilevare come quasi tutte le strade della città vengano classificate come categoria speciale, equiparando le imprese che operano nelle zone più pregiate e attrattive della città a quelle di periferie e zona industriale».

Così, continuano, «si dimostra di voler fare esclusivamente cassa senza tutelare le piccole e medie imprese che operano nella nostra città, rendendola motore trainante del tessuto produttivo regionale e sono presidio sociale e di sicurezza nei quartieri, oltre a produrre posti di lavoro». I consiglieri del PD chiedono «la sospensione delle richieste di pagamento delle sanzioni e l'apertura di un tavolo congiunto tra le commissioni consiliari Attività produttive, Urbanistica e Bilancio per modificare il regolamento comunale sulle insegne e la pubblicità, in modo da renderlo più equo, attraverso la riclassificazione delle strade, e meno oneroso».

© Riproduzione riservata