A sette anni dall'alluvione che seminò morte e disastri in città e in gran parte della Gallura, Olbia resta una città a rischio idraulico.

Lo denuncia Legambiente Sardegna, che oggi ha presentato un dossier con tutte le "opere incongrue", esistenti già al novembre 2013, che a giudizio dell'associazione ambientalista andrebbero eliminate o riprogettate per far sì che Olbia non finisca sottacqua ad ogni acquazzone.

"Olbia ha urgente necessità di essere messa in sicurezza da possibili altre alluvioni. La prima fase di lavoro consiste nella rimozione di tombamenti, restringimenti, occlusioni che mantengono la città in allarme ogni volta che piove più del solito come è avvenuto anche il 20 e 21 aprile di questo anno.

Vanno programmati al più presto i finanziamenti dei 150 milioni di euro per il progetto generale di interventi di mitigazione del rischio idraulico", sostiene Legambiente.

"Tutte le analisi sulle conseguenze devastanti e tragiche della alluvione avvenuta a Olbia il 18 novembre 2013 concordano sul fatto che in massima parte sono state un effetto della espansione edilizia massiccia, invasiva e incontrollata che ha sconvolto il paesaggio urbano e periurbano".

Per Legambiente le risorse economiche per realizzare gli interventi non mancano: "La Regione ha disposto un finanziamento di 150 milioni, 13 dei quali già disponibili da alcuni anni e destinati alla rimozione delle opere incongrue". Per non rischiare di perdere i restanti finanziamenti Legambiente sollecita interventi e propone un progetto: "Realizzare un sistema di parchi lineari che segua la trama del reticolo idrografico esistente, configurandosi come sistema di connessione verde in grado di unire i vari comparti liberi dall'edificato che si trovano lungo il corso dei rii, conferendo continuità al percorso fluviale e dando una funzione urbana ad aree fino ad oggi rimaste marginali".

(Unioneonline/F)
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