Olbia, bruciò vivo il vicino di casa: negata la perizia psichiatrica, Iannelli può sostenere il processo
Oggi la deposizione di altri testimoni: «In quel condominio un clima infernale»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Davide Iannelli può sostenere il processo. Lo ha deciso la Corte d’assise di Sassari, presieduta dal giudice Massimo Zaniboni, che ha rigettato la richiesta dei difensori Abele e Cristina Cherchi, di effettuare una perizia psichiatrica che valutasse se il loro assistito fosse nelle condizioni psicofisiche per affrontare il giudizio coscientemente.
L’uomo, infatti, è imputato per l’omicidio di Toni Cozzolino, il suo vicino di casa bruciato vivo ad Olbia l’11 marzo del 2022 e morto in ospedale dopo dieci giorni. Nella certificazione presentata dai legali, si attesta che Iannelli – da circa un anno – è curato in carcere con l’assunzione di psicofarmaci.
Nel giudizio della Corte, l’analisi psicofisica effettuata nello scorso marzo all’arrivo dell’imputato nel carcere di Sassari è da considerarsi valida. In quell’occasione, gli esperti avevano riconosciuto la piena capacità di sostenere il processo.
Nel frattempo, oggi è stata la giornata della deposizione di alcuni testimoni, tra cui quella di una vicina di casa che ha parlato del clima «infernale» che si viveva nel condominio di via Petta e dei continui litigi tra Iannelli e Cozzolino. Proprio i figli della vittima, anche loro ascoltati oggi, hanno confermato la tensione tra i due uomini: «Mio padre», ha spiegato la figlia di Cozzolino, «era preoccupato per sé, per la sua compagna e il loro figlio, tanto che gli avevo consigliato di andare a dormire a casa di nonna».
(Unioneonline/L.Ne.)