La nave che si è incagliata a Olbia sta causando gravi danni ai produttori di cozze. Una quarantina di filari non più allineati, travolti e ammatassati l'uno con l'altro, col rischio che buona parte della produzione sia finita a fondo o deperisca per la scarsità di ossigeno.

Lo denuncia il presidente del Consorzio dei militicoltori di Olbia Raffaele Bigi.

L'allarme è scattato questa mattina alle 8, dopo l'incaglio dell'eruocargo Valencia della Grimaldi Lines: "Sono stato allertato dai responsabili delle cinque cooperative che hanno in assegnazione l'area della gravità del danno", spiega. "Inizialmente pensavamo che il cargo fosse finito all'interno di quell'area, travolgendo i filari, poi abbiamo appreso che in realtà la nave è incagliata su una banchina di sabbia ad alcune decine di metri, quindi è probabile che lo sconquasso nell'allevamento sia stato causato da un'accelerazione prodotta nel disperato tentativo di disincagliarsi, o da qualche manovra del rimorchiatore intervenuto".

Per lunedì le coop contano di dare una stima esatta delle perdite, si teme possano essere molto rilevanti. "Lo scenario non induce all'ottimismo", spiega Bigi.

Intanto l'ad di Moby, Achille Onorato, sta seguendo personalmente le operazioni di disincaglio.

Si ipotizza un'avaria, ma potrebbe anche essere stato il forte maestrale a far finire la nave in secca su un basso fondale sabbioso.

La sala operativa della Capitaneria di Olbia, guidata dal comandante di vascello Maurizio Trogu, direttore marittimo del nord Sardegna, ha attivato le procedure del caso e ha fatto intervenire una motovedetta della Guardia costiera per valutare la situazione e accertarsi che non si fosse verificato alcun inquinamento. I controlli eseguiti sino al tardo pomeriggio hanno escluso il trasporto sulla nave di materiali pericolosi.

(Unioneonline/L)

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