Sono stati adescati sui social e hanno risposto agli inviti delle persone che si nascondevano dietro falsi profili. Un ragazzo di 15 anni ha anche accettato un incontro e ha assunto sostanze stupefacenti. Gli adolescenti olbiesi, finiti nella rete di due uomini denunciati dal personale del Commissariato della città gallurese, hanno raccontato le loro storie agli investigatori, confermando le pesantissime accuse formulate dai pm. Le vittime sono quasi tutte ragazzine, di età compresa tra i 13 e i 15 anni, e la Polizia le ha rintracciate e sentite nelle ultime settimane.

Ragazzine olbiesi

I filoni di indagine sono due, il primo riguarda un ingegnere di 30 anni che dalla Puglia è riuscito ad adescare molte adolescenti a Olbia, convincendole a inviare foto e video che le ritraggono spesso nude. L'altra persona denunciata è un olbiese di 52 anni, che è accusato di avere adescato un minore e di avergli dato della marijuana, nel tentativo di convincerlo ad un rapporto sessuale. Tutte le inchieste sono state condotte dal Commissariato di Olbia, insieme al personale della Polizia Postale di Cagliari e Sassari. Nelle settimane scorse, i poliziotti (coordinati dal vice questore Fabio Scanu e dal commissario Lino Collu) si sono presentati nell'abitazione di un giovane ingegnere informatico, l'operazione è stata condotta in una città pugliese.

L'ingegnere pugliese

Sono stati sequestrati computer e smartphone dell'uomo, che ha assistito impietrito alle attività della Polizia. Nella memoria dei dispositivi sequestrati, c'erano migliaia di foto di adolescenti, tra queste, numerose immagini di un nutrito gruppo di ragazzine di Olbia. Le giovanissime studentesse erano state adescate sui social dall'ingegnere, che, secondo un sistema ben noto alla Polizia Postale, si era presentato come un coetaneo. Le ragazze, prima hanno inviato le foto dei loro visi e poi, con il passare del tempo, tutte le richieste dell'uomo (le vittime erano convinte di rispondere a un ragazzino) sono state soddisfatte. L'indagine (che ora vede diverse procure della Penisola al lavoro) è partita da Olbia, quando i genitori di una giovanissima vittima, 14 anni, hanno scoperto tutto e chiesto aiuto alla Polizia. La contestazione è pesantissima, adescamento di minori e detenzione di materiale pedopornografico. La seconda inchiesta è a carico di un olbiese di 52 anni.

Foto e droga

L'uomo avrebbe convinto un minore ad accettare un invito nel suo appartamento, quindi gli avrebbe fatto consumare della droga. Il ragazzo è scappato dalla casa e ha raccontato tutto. Nel corso di una perquisizione sono state trovati video, foto e altro materiale pedopornografico. La presunta vittima ha confermato le accuse. Le indagini sono coordinate dal procuratore di Tempio, Gregorio Capasso.

Andrea Busia

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