Villa Tonya è stata posta sotto sequestro nel 2015, su richiesta della Dda di Napoli che indagava da tempo su una sessantina di persone (tra le quali giudici tributari e funzionari pubblici) in odore di camorra.

Ora la residenza di Cala Granu, in Costa Smeralda, intestata a una imprenditrice, è al centro di un fascicolo della Procura di Tempio per il reato di appropriazione indebita. Secondo il pm Mauro Lavra, infatti, un ausiliario dell’amministratore giudiziario dell’immobile (un campano di 54 anni, residente ad Arzachena) invece di versare il denaro (canoni di locazione della villa) sul conto indicato dal Tribunale di Napoli, li dirottava su prepagate e depositi bancari a lui intestati.

Si parla di decine di migliaia di euro sottratti all’amministrazione giudiziaria, tra il 2015 e il 2018. Le indagini sono state condotte dalla Guardia di Finanza di Olbia, i militari, coordinati dal capitano Carlo Lazzari, hanno operato sulla base di una segnalazione della Dda di Napoli.

L’uomo indagato, difeso dall’avvocato Christian Cicoria, respinge tutte le accuse. Dalle indagini emerge anche che in alcune unità immobiliari sotto sequestro e collegate a Villa Tonya hanno soggiornato a costi irrisori rappresentanti delle forze dell’ordine e vip. 

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