Iraniano arrestato in Sardegna su richiesta del regime: «Io perseguitato perché cristiano»
La Corte d’Appello di Sassari deve decidere sulla richiesta di estradizione della Repubblica islamica: Mahdi Rahimian è un rifugiato politico, era in vacanza nell’Isola. Ammanettato dalle autorità italiane, quelle olandesi lo avevano difesoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«In Iran sono perseguitato perché cristiano. Per questo sono scappato». Mahdi Rahimian, 40 anni, doppia cittadinanza iraniana e olandese, lo ha detto questa mattina davanti ai giudici della Corte d’Appello di Sassari chiamati a decidere sulla richiesta di estradizione presentata dal regime di Teheran, dopo l’arresto eseguito dalle autorità italiane all’alba di venerdì in uno stazzo in Costa Smeralda, dove il rifugiato politico era appena arrivato per trascorrere una vacanza con moglie e figli. L’accusa, generica: frode ai danni della repubblica islamica.
In realtà Rahiman si sarebbe reso responsabile di aver aiutato alcuni connazionali a lasciare l’Iran, dove rischiavano la vita. Come lui, quando era fuggito una ventina di anni fa. Per quel supporto, ha dichiarato, non ha mai ricevuto somme di denaro.
Il “crimine” addebitato dal regime sarebbe stato commesso durante la sua permanenza in Olanda, Paese che gli ha dato cittadinanza ufficiale proprio per offrirgli protezione. Come confermato dai documenti forniti dall’ambasciata di Amsterdam in Italia e prodotti in udienza. Lì la richiesta di arresto è stata sempre rigettata. Subito accolta, invece, quando l’iraniano – imprenditore nel settore della telefonia – ha messo piede in Italia. Nel Paese che con tante scuse ha accompagnato in Libia, su un aereo di Stato, Njeem Osama, noto come Al Masri (“l’egiziano”), accusato dalla Corte penale internazionale di reati come crimini di guerra di omicidio, tortura e trattamenti crudeli, oltraggio alla dignità personale, stupro, violenza sessuale e schiavitù sessuale.
Gli avvocati Alberto Sechi e Danilo Mattana hanno sostenuto la totale infondatezza della richiesta di estradizione. Posizione condivisa anche dalla Procura generale, rappresentata da Gabriella Pintus, che ha messo in dubbio anche la legittimità della convalida dell’arresto eseguito in Sardegna.
La Corte d’Appello ha dichiarato la sua competenza a decidere sul destino di Mahdi Rahimian.