Non solo i cittadini di Golfo Aranci che hanno lanciato una petizione su change.org, raccogliendo in due giorni ore 2.500 firme, e i consiglieri comunali del gruppo “Cambia con noi” che hanno intenzione di far convocare un Consiglio comunale per fare chiarezza sul progetto, anche la LIPU, aderendo alla mobilitazione sollevata dal comitato spontaneo Maremosso, dice “no” alla trasformazione in hotel di lusso dell'ex Stazione semaforica, situata a Capo Figari, utilizzata, nel 1932, da Guglielmo Marconi per il primo esperimento di collegamento radio a onde corte, e ora concessa dalla Regione, per trent'anni, a una società privata per farne una struttura turistico - ricettiva.

«L'area di Capo Figari deve essere particolarmente tutelata e non devono essere ammessi interventi che ne snaturino o che possano mettere in pericolo la biodiversità», commenta il coordinatore regionale di LIPU Sardegna, Francesco Guillot, che ha stilato una relazione dettagliata sulla presenza di specie endemiche nell'area che ospita ventidue habitat, ambienti ideali per la nidificazione dell'avifauna e per la sopravvivenza di anfibi, rettili e alcuni mammiferi.

Zona di Protezione Speciale, istituita dal Ministero dell'Ambiente, «a Capo Figari, Cala Sabina e isola di Figarolo - scrive LIPU - sono presenti foreste di Quercus, di Oleo e di Ceratonia, scogliere con vegetazione delle coste mediterranee con limonium, formazione di euforbie, dune costiere con juniperus, grotte sia terrestri sia marine, sommerse e semisommerse, di conseguenza anche l'avifauna è particolarmente rappresentata con molte specie così come la componente faunistica» in via di estinzione.

Ci sono quindici specie di uccelli «per la conservazione delle quali si devono attuare misure urgenti per cui è stata istituita la Zona di protezione speciale: le berte, il marangone dal ciuffo, lo sparviero, il falco pellegrino, la pernice sarda, l'occhione, il fratino, il gabbiano corso, lo succiacapre, il magnanina, il tottavilla e il calandro. Sono presenti, anche, specie di uccelli comuni ma da non trascurare per la loro importanza ai fini della caratterizzazione della biodiversità: il rondone comune, la civetta, la poiana, il corvo imperiale, l'usignolo, la ciancia mora, la tortora dal collare, lo scricciolo e l'upupa. Oltre ai rettili e agli anfibi, come la raganella tirrenica, il rospo smeraldino, il tarantolino, la tartaruga caretta caretta e la testuggine marginata, tre specie considerate prioritarie dalle direttive della Comunità Europea e, tra i mammiferi, il muflone».

Un patrimonio ambientale e naturalistico che Maremosso vuole preservare dalla privatizzazione e dalla cementificazione anche attraverso una campagna di comunicazione, compreso un contest fotografico che, in pochi giorni, ha raccolto un centinaio di scatti da tutta Italia.

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