La Corte di Cassazione, ribaltando i precedenti verdetti, ha assolto dall’accusa di frode fiscale Mario e Alberto Ragnedda, quest’ultimo sindaco di Arzachena sino al 2017. 

La sentenza riguarda una presunta frode che coinvolgeva due società del gruppo vitivinicolo di eccellenza Capichera. I fratelli Ragnedda, secondo la contestazione originaria, erano accusati di avere acquistato l’uva prodotta da una delle loro società con costi “gonfiati”, da 500 sino a 600 euro al quintale.

Si parla di presunte violazioni fiscali delle annualità 2011 e 2012. Per la Procura di Tempio i costi dell’uva erano simili a quelli pagati dalle aziende che producono champagne e superiori al prezzo di tutte le migliori uve italiane. Gli avvocati Gerolamo e Filippo Orecchioni, difensori dei due fratelli, sono riusciti a smontare la tesi della Procura gallurese e le conclusioni dei giudici di primo grado e appello.

Le parole dei legali: «C’è un teorema dell’Agenzia delle Entrate del tutto infondato, il prezzo dell’uva era giusto». Il Tribunale di Tempio aveva anche ordinato la confisca delle somme di denaro, circa 200mila euro, che secondo il pm erano state sottratte al fisco.

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