La prognosi resta ancora riservata e le sue condizioni cliniche sono ancora in fase di accertamento, sotto stretto e costante controllo dei medici del reparto di Rianimazione dell'ospedale Giovanni Paolo II di Olbia.

M.D. l'olbiese di 43 anni che nella giornata di lunedì 1 agosto nelle acque di Razza di Juncu, a Porto Cervo, ha rischiato di annegare a seguito di uno shock termico e di un conseguente arresto cardiaco dopo un tuffo, si è svegliato dal coma farmacologico indotto dai medici.

Questa mattina l'uomo ha ripreso a parlare, anche se in maniera confusa.

Un primo piccolo ma importantissimo passo avanti che fa ben sperare sia il personale della struttura ospedaliera che i parenti e gli amici dell'uomo, stretti intorno a lui in un assoluto riserbo.

E' solo grazie al pronto intervento del bagnino dello stabilimento balneare che si trova nella rinomata spiaggia smeraldina, che ha riportato a riva M.D. e ha praticato per oltre quindici minuti il massaggio cardiaco, che l'uomo si è potuto salvare.

Resta ora da capire se la mancanza d'ossigeno al cervello possa aver causato dei danni.
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