La confessione di Emanuele Ragnedda (interamente videoripresa su espressa richiesta del difensore Luca Montella) non ha minimamente chiuso le indagini sull’omicidio di Cinzia Pinna. Gli investigatori dell’Arma, coordinati dal colonnello Nicola Pilia e dal tenente Loris Coppola, stanno continuando a lavorare per ricostruire tutte le fasi del delitto e la condotta dello stesso Ragnedda dal 12 al 24 settembre (giorno del suo arresto). La pm Noemi Mancini starebbe verificando alcune circostanze che potrebbero chiamare in causa altre persone. Si parla dello spostamento di alcuni oggetti che potrebbero appartenere alla vittima. Sul punto non trapela nulla dagli ambienti investigativi, ma anche nella giornata di oggi l’attività dell’Arma non si è fermata.

Non ci sono soltanto gli accertamenti nella casa di Conca Entosa, affidati ai militari del Ris di Cagliari. I Carabinieri avrebbero continuato a lavorare a Palau e Arzachena

Anche la posizione del secondo indagato, un giovane lombardo, non è stata del tutto chiarita. Va detto che è stata esclusa, sulla base di precisi riscontri, la sua presenza nella casa di Conca Entosa la sera dell’omicidio. Il ragazzo, inoltre, non ha avuto alcun ruolo nello spostamento del corpo della donna. Ma deve essere chiarito per quali ragioni il giovane avrebbe avuto dei contatti con Ragnedda dopo il delitto. I difensori (Antonello Desini, Maurizio e Nicoletta Mani) si sono detti certi di una imminente e definitiva uscita del loro assistito dall’inchiesta. 

Non è stata ancora fissata l’udienza di convalida dell’arresto di Ragnedda. Nelle prossime ore potrebbero essere completate le operazioni in vista dell’autopsia (riconoscimento del cadavere). I legali della famiglia della vittima, Antonella e Nino Cuccureddu, attendono la convocazione da parte della Procura di Tempio.   

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