Il Comune di Budoni dichiara “guerra” alle strutture ricettive fantasma e lo fa con la firma di un protocollo di intesa specifico sottoscritto dal sindaco Giuseppe Porcheddu e dalla Guardia di Finanza.

“Il nostro obiettivo è consolidare il processo virtuoso già in atto - spiega il primo cittadino - che permetta di reinvestire sul territorio. La rete ricettiva turistica a Budoni è molto più ampia di quanto le cifre ufficiali raccontino: sul portale Pay Tourist istituito dal Comune per il pagamento della tassa di soggiorno, infatti, risultano al momento registrate meno di 300 strutture, un dato sicuramente sottovalutato. Sulle piattaforme online dedicate infatti, da AirBnB a Booking, sono oltre 1.600 le strutture presenti, per un numero di turisti imprecisato”.

Spiega il Comune: “Il versamento dell’imposta di soggiorno e la comunicazione di quanti ospiti siano presenti sono obblighi previsti dalla legge. La Regione Sardegna, fra l’altro, ha istituito fin dal 2017 il Registro Regionale delle Strutture Ricettive Extra-Alberghiere, tenuto dall'Assessorato regionale del Turismo, Artigianato e Commercio, che attribuisce e comunica l'Identificativo Univoco Numerico ad ogni singola struttura che deve obbligatoriamente comparire sugli annunci sui vari portali on line”.

“L’emersione - sottolinea Porcheddu - e il conseguente introito della tassa di soggiorno faranno da volano a un’ulteriore spinta negli investimenti, nell’offerta per i turisti e, a caduta, anche della richiesta di alloggi e sistemazioni: a tutto beneficio dell’economia locale, quindi dei residenti”.

(Unioneonlined/l.f.)

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