Emergono nuovi particolari sul tentato stupro di una ragazza di Arzachena, fatti avvenuti lo scorso 21 ottobre in una via del centro storico della cittadina. Stando agli atti delle indagini del pm di Tempio, Alessandro Bosco, mentre la giovane urlava e chiedeva aiuto (un uomo stava cercando di sbottonarle i pantaloni), il compagno (che era stato immobilizzato) è riuscito a premere il tasto delle chiamate dello smartphone.

Il ragazzo aveva il telefono in tasca, il primo numero in memoria era quello di un amico. La telefonata è partita e il destinatario, che non era solo, ha sentito tutto quello che stava avvenendo. In particolare, le urla e le parole della ragazza contro il suo aggressore, sino a quando la giovane è riuscita a liberarsi dalla presa. Altra circostanza al vaglio degli investigatori, il pedinamento della coppia da parte dei presunti aggressori durato quasi un’ora, prima della violenza sessuale.

I due uomini di cittadinanza tunisina indagati, per i quali è stato disposto il carcere, oggi non hanno risposto alle domande del gip di Tempio.  Entrambi, però, avrebbero respinto tutte le accuse, sostenendo di avere visto la coppia delle presunte vittime la sera del 21 ottobre scorso, ma di non avere molestato nessuno. Le due persone arrestate sono difese dagli avvocati Giuseppe Corda e Mauro Muzzu. 

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