Il clima che cambia sta ridisegnando anche la mappa del turismo culturale in Gallura. Nei siti archeologici di Arzachena, la stagione non segue più il calendario estivo tradizionale: le alte temperature di luglio e agosto scoraggiano le visite, mentre cresce il flusso di viaggiatori nei mesi di primavera e autunno.

«Per noi i mesi di aprile e maggio sono ormai di alta stagione», ha spiegato nel corso di un recente convegno, svoltosi nella cittadina smeraldina, Anna Maria Zedda, direttrice della Geseco, la municipalizzata che gestisce i siti archeologici. «In estate, invece, registriamo un calo di presenze, dovuto in parte al caldo anomalo che rende meno piacevole la visita dei siti all’aperto».

Nel 2024 sono state contante un totale di 166 mila presenze, distribuite lungo tutto l’anno. Il mese più affollato non è più agosto, ma settembre, seguito da aprile e maggio. Una tendenza opposta a quella dei periodi pre-pandemia, quando l’estate concentrava i numeri più alti.

Accanto al fattore climatico, pesano anche i collegamenti. A ottobre e novembre, ha aggiunto la Zedda, si registra ancora un buon interesse, ma i numeri si riducono significativamente quando diminuiscono i voli e i collegamenti marittimi; manca dunque la continuità che consentirebbe di prolungare maggiormente l’offerta culturale.

I visitatori restano in maggioranza italiani, ma cresce il flusso straniero, soprattutto tedesco e francese, mentre calano gli spagnoli, anche a causa della riduzione dei voli diretti. Oggi, con sette siti archeologici e un museo aperto tutto l’anno, Arzachena punta su un turismo che resiste alle stagioni e che vada oltre l’estate.

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