Più di un fungo su due non era commestibile. Il dato emerge dalle analisi condotte nell’ultimo mese dall’ispettorato micologico della Asl della Gallura. Stando al report, la situazione migliore si registra nella zona di Tempio. Ma qui tra quelle controllate sono risultate, in proporzione, molte di più le specie velenose. Tra queste è stata sottoposta all’attenzione degli esperti anche l’Amanita phalloides, che può uccidere.  

Caldo e pioggia sono le condizioni ideali per i cercatori di funghi. Ma il rischio di intossicazione, se va bene, è alto. Così la direzione dell’azienda sanitaria galurese ricorda che “il servizio di analisi è gratuito e che è opportuno sottoporre la raccolta dei funghi freschi spontanei al controllo degli ispettori per verificarne la commestibilità, evitando così disturbi e pericolose intossicazioni”

Nel dettaglio, a Olbia su 93 specie ben 53 sono risultate non commestibili e 17 velenose. A Tempio su 69 specie, 20 non erano commestibili e 19 velenose.

Proprio a Tempio sono stati raccolti alcuni esemplari di Amanita phalloides, un fungo che provoca il decesso nell’ottanta percento dei casi anche se ingerito in quantità limitate.

E pure con i funghi commestibili bisogna fare attenzione: alcuni esemplari erano  “in avanzato stato di maturazione o di contaminazione da larve”, e  “ne è stata disposta la distruzione perché avrebbero potuto causare intossicazioni gastrointestinali”.

Ci sono poi alcuni funghi che, classificati nei testi come commestibili, possono comunque provocare delle intossicazioni serie se nella preparazione non vengono eseguite determinate procedure come, ad esempio, scartare i gambi, asportare la cuticola (la pellicola che ricopre il cappello), farli prima bollire e gettare l’acqua. È il caso del famoso “chiodino”, velenoso da crudo, se poco cotto o se congelato prima di essere cotto. 

I  funghi commestibili, poi, hanno i loro “sosia” e le differenze possono essere notate solo dagli occhi esperti dei micologi.

(Unioneonline/E.Fr.)

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