A Olbia, per una serie di incontri con gli studenti delle terze medie cittadine, Rito Julio Alvarez, il prete colombiano che salva i bambini dallo sfruttamento nelle piantagioni di coca. Una storia quasi eroica, la sua, che ne ha fatto un simbolo della lotta ai narcos (immortalato anche nella serie Rai, “Narcotica”) in un Paese, la Colombia, che della polvere bianca è il maggiore produttore al mondo.

Nelle scuole mostra le immagini dei bambini schiavi della raccolta delle foglie, le loro manine piene di piaghe, i mitra imbracciati a otto anni, le loro misere paghe; e poi come continua la produzione, quante e quali  le sostanze chimiche utilizzate, la deforestazione indiscriminata. Una dose di cocaina comprata in Italia equivale a sei settimane di retribuzione di un bambino.

«Ai ragazzi mi approccio sempre in modo giocoso dicendo che sono arrivato per parlare di un argomento di cui loro, sicuramente, non sanno nulla – spiega Don Rito - Ma poi faccio subito delle domande: se in città si trova la cocaina, in quali piazze, quanto costa, chi la consuma. Loro rispondono, si capisce che sanno e quanto sia diffuso il fenomeno. Per spiegare quanto sfruttamento e quanta violenza  c’è dietro una dose di cocaina – continua il sacerdote –  dico sempre che se in Europa per ogni prodotto è richiesta un’etichetta di tracciabilità, anche per la cocaina dobbiamo scrivere la tracciabilità, dove e come viene prodotta, quali i suoi elementi».

Don Rito, anche ai giovani studenti olbiesi, ha parlato al cuore, da testimone della tragedia della cocaina, «dalla produzione al consumo», e raccontato la sua storia con parole crude e semplici; una storia che lo ha portato, nel 2007, a creare la fondazione non governativa “Oasis de Amor y Paz”, ad Abrego, nel dipartimento di Norte de Santander, e in Italia l’associazione “Oasi angeli di pace Odv”. Ai bambini sottratti al duro lavoro delle piantagioni viene data l’occasione di cambiare vita: studiare, imparare  un lavoro, laurearsi, creare una famiglia. La stessa occasione data a lui, ordinato sacerdote in Italia nel 2000 (e attualmente parroco di Vallecrosia, nell’Imperiese) cresciuto nella regione di Catatumbo, in mano ai guerriglieri. Quando torna in Colombia, racconta Don Rito, trova un clima di sopraffazione aumentato a dismisura dall’avvento dei paramilitari governativi e dalle loro orribili stragi  tra i contadini. Nel villaggio che ha fondato vivono attualmente 50 bambini; nel 2020 nasce anche “Oasis Cafè Colombia”, un progetto che punta a trasformare le piantagioni di coca in campi di caffè i cui chicchi vengono tostati e distribuiti dal Laboratorio del Caffè Coffeel di Ventimiglia.

«Questo per noi è un momento importante – ha detto la vicesindaca Sabrina Serra – di grande valore per i nostri ragazzi. Attraverso gli interventi di Don Rito portiamo avanti quell’azione di prevenzione nei confronti delle tossicodipendenze, nocive  per la propria vita e quella degli altri. Tutti i ragazzi hanno interagito con interesse, attenzione e dialogo e sono stati toccati nella loro coscienza». All’incontro hanno partecipato anche Don Theron Oscar Casula, parroco di San Michele Arcangelo, e la professoressa Cristina Oggiano, della scuola media “A. Diaz”.

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