Le comunicazioni sono “urgenti”, con effetto immediato. Le disposizioni sono perentorie ed esecutive: il “male oscuro” delle foreste sarde non si è fermato, tutt’altro. L’avanzata del “rinsecchimento” forestale è, giorno dopo giorno, un dramma senza tregua, da nord a sud dell’Isola. Alla fine sono arrivati i primi provvedimenti, inequivocabili, seppur ancora parziali: coprifuoco fitosanitario in tutti i vivai forestali dell’Isola e il blocco immediato del prelievo del sughero in tutto il territorio regionale.

Divieti immediati

Un vero e proprio divieto che colpisce una delle filiere economiche più delicate del comparto forestale, quello sughericolo. Una decisione, quella della Regione, irrinunciabile e improcrastinabile, per alcuni versi anche tardiva, che serve a mettere in modalità “protezione” decine di migliaia di ettari di querce. A questa decisione, di per sè rilevantissima, che coinvolge l’intero territorio regionale, se ne affianca una ancora più eloquente su quanto sta accadendo nell’Isola dei boschi: tutti i vivai forestali sono con ordine perentorio sotto uno stretto regime da “lockdowm”, una sorta di “coprifuoco forestale” che viene imposto in tutti quegli habitat forestali destinati a ripopolare il sistema arboreo della Sardegna.

Lockdown forestale

I provvedimenti sono a firma multipla, dal livello dirigenziale a quello istituzionale, dalle direzioni generali di Forestas all’Assessore regionale dell’Ambiente. Inizialmente il provvedimento riguardava i servizi territoriali di Cagliari e Ogliastra, solo dopo, il blocco del “taglio” del sughero, è stato esteso dal dieci ottobre a tutto il territorio regionale. Le motivazioni non lasciano adito a dubbi: «effettuata la ricognizione a terra e mediante telerilevamento satellitare multispettrale, delle condizioni che determinano stress da deficit nel bilancio idrico nelle giurisdizioni di competenza».

Stress & dissecamento

Ancora: «le sughere hanno subito il recente e documentato grave stress consistente in un bilancio idrico fortemente deficitario negli ultimi due anni, anche associato a fenomeni di disseccamento fogliare, localmente assai intensi». Un disseccamento fogliare in atto che risulta imponente e gravissimo, con rilevanti ripercussioni anche sull’imminente rischio idrogeologico per molte aree dell’Isola. I provvedimenti di divieto sono espliciti sulla ratio della decisione: «la salvaguardia della vitalità delle piante sia interesse pubblico prioritario rispetto all'interesse secondario del beneficio economico derivante dall'estrazione del sughero». Il provvedimento, seppur imponente nella sua determinazione e ampiezza settoriale e territoriale, affronta il caso solo sul versante economico-produttivo, quello del sughero, ma non dirime il disastro “fitosanitario” che sta colpendo da tempo le foreste e la macchia mediterranea dell’Isola, dai lecceti ai lentischi, su un areale che ha di gran lunga superato i centomila ettari.

Allarme fitosanitario

A far luce sulla gravità della situazione è il secondo provvedimento, quello che va al cuore del problema “fitosanitario” delle foreste sarde. Sono i vertici di Forestas a diramare l’assetto da “coprifuoco” nel cuore del sistema vivaistico forestale, quella che dovrebbe essere la “culla” della rinascita boschiva e ambientale dell’Isola. L’oggetto della comunicazione riservata ai vertici dei servizi territoriali, firmata dal Direttore generale del servizio tecnico forestale, non lascia margini: «Prime disposizioni urgenti in materia di gestione delle attività vivaistiche finalizzate al controllo di fitopatie».

Urgenza

Urgenza che viene richiamata nelle disposizioni perentorie: «si rende necessario fin da ora fornire a codesti Servizi Territoriali disposizioni non differibili. Queste attività devono essere intraprese senza indugio, anche ricorrendo all'utilizzo delle risorse già trasferite ai Servizi e a quelle ancora disponibili». Gli ordini sono veri e propri divieti e prescrizioni inderogabili: «Tutte le aree destinate alle attività di cui sopra, ivi comprese le pertinenze, dovranno essere interdette al pubblico e al personale che non presta l'attività lavorativa nel vivaio, anche se dipendente dell'Agenzia. Sono altresì vietati il transito e il parcheggio di automezzi privati e di quelli non utilizzati per le attività vivaistiche. I Servizi dovranno intraprendere qualsiasi misura necessaria per garantire il rispetto delle prescrizioni suindicate, anche attraverso la realizzazione di recinzioni, e comunque con l'apposizione di cartelli di divieto di accesso al personale non autorizzato».

Rischio diffusione

Entrare nei vivai forestali d’ora in poi sarà come accedere in una sala chirurgica: «Il personale addetto dovrà adottare tutte le misure igienico-sanitarie necessarie per ridurre i rischi di propagazione di fitopatie, per esempio utilizzo di tute monouso e copriscarpe, punti d'acqua per lavaggio e disinfezione con soluzioni appropriate delle scarpe da lavoro e degli attrezzi manuali e attrezzature e macchine». Il coprifuoco è scandito in termini perentori nelle direttive emanate a tutte le stazioni forestali della Sarrdegna: «Gli automezzi, le macchine operatrici e le attrezzature utilizzate per le attività vivaistiche dovranno essere lavate all'inizio e alla fine dell'attività giornaliera e prima di eventuali spostamenti tra le aree». Per il «male oscuro» delle foreste sarde è l’ora del “coprifuoco”.

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