Le contestazioni mosse dal Gip Giampaolo Casula al consigliere regionale del Pdl Sisinnio Piras, arrestato questa mattina per peculato nell'ambito dell'inchiesta-bis sull'utilizzo dei fondi ai gruppi dell'Assemblea sarda, si concentrano su spese fatte dal 2009 al dicembre 2012. Spese per circa 30mila euro con denaro destinato al gruppo del Pdl ma usato, secondo l'accusa, per fini diversi da quelli istituzionali. In particolare ci sarebbero i convegni organizzati nella palestra di Villacidro (Medio Campidano) intestata alla moglie di Piras, le decine di maialetti che l'esponente politico avrebbe acquistato con soldi del gruppo per poi arrostirli ed offrirli ai partecipanti degli incontri sull'obesità e sulla medicina sportiva, le sedie utilizzate nella sala convegni che il consigliere avrebbe detto di aver comprato, ma che secondo le testimonianze raccolte erano state portate da casa dagli stessi partecipanti. Proprio le testimonianze costituiscono una delle principali novità dell'ordinanza di custodia cautelare del Gip rispetto alle contestazioni formulate dal Pm al termine della perquisizione. Tra queste, ampi stralci riguarderebbero quanto riferito dalla moglie ai carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria del Tribunale e ai finanzieri proprio nel corso del blitz di novembre. Secondo gli inquirenti nelle sue parole ci sarebbero state diverse contraddizioni. Sul fronte delle esigenze cautelari l'elemento determinate che regge l'ordinanza è il pericolo di inquinamento probatorio: per l'accusa Piras avrebbe avuto tutte le possibilità di alterare le prove a suo carico che ancora gli inquirenti stanno raccogliendo. Poco dopo le 14.30 è uscito dal carcere di Buoncammino l'avvocato di fiducia del consigliere, Guido Manca Bitti, che ha incontrato il suo assistito per fare il punto della situazione. Ha parlato con lui per oltre un'ora. "Il mio assistito è provato - ha detto - ora leggeremo gli atti in vista dell'interrogatorio di garanzia fissato per dopodomani, venerdì. Il consigliere è convinto di poter provare la regolarità della sua condotta".

Ci sarebbe anche un assegno "ripulito" per il pagamento di una collaborazione a una parente, tra le accuse contestate al consigliere regionale del Pdl Sisinnio Piras, arrestato questa mattina da Guardia di finanza e carabinieri nell'ambito dell'inchiesta-bis della Procura di Cagliari sul presunto uso illecito dei fondi destinati ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna. E' il particolare trapelato dall'ordinanza firmata ieri dal Gip, Giampaolo Casula, su richiesta dal pm Marco Cocco ed eseguita in mattinata. L'assegno - per prestazioni risalenti al 2012 - sarebbe stato cambiato in contati in uno sportello automatico della Regione e di quella cifra - di cui non si conosce l'ammontare preciso - il consigliere regionale avrebbe trattenuto alcune migliaia di euro.

Sisinnio Piras è il terzo consigliere regionale del Pdl e quarto arrestato nell'ambito dell'inchiesta sui fondi ai gruppi della Sardegna. Nel novembre scorso erano finiti in manette l'ex capogruppo del Pdl e poi alla guida di "Sardegna è già domani", Mario Diana, il consigliere e presidente della Commissione Cultura, Carlo Sanjust (Pdl), e l'imprenditore Riccardo Cogoni, quest'ultimi due ora ai domiciliari.

LE SUE PAROLE DOPO LA PERQUISIZIONE - "Massima fiducia nell'operato degli inquirenti e nella magistratura. Io e mia moglie siamo sereni. Siamo disponibili a chiarire tutto". Così aveva detto lo scorso novembre Sisinnio Piras. "C'è un'indagine e non posso aggiungere altro. Aspetto tranquillo la decisione del magistrato". LA PENNA RESTITUITA - Il consigliere regionale Renato Lai, ex Pdl, unico ad aver già aderito al Nuovo Centro Destra di Alfano ed attualmente del Gruppo Sardegna è già domani, ha restituito la penna Montblanc che gli era stata regalata dall'ex capogruppo Pdl Mario Diana, quest'ultimo arrestato nell'ambito dell'inchiesta-bis sui fondi ai Gruppi della Sardegna e rinchiuso in carcere dal 5 novembre scorso. La Procura aveva disposto in vari centri della Sardegna 19 blitz con perquisizioni di uffici e abitazioni di altrettanti consiglieri, fra cui anche Renato Lai che è stato già rinviato a giudizio per peculato nell'ambito della prima inchiesta sui fondi ai Gruppi. Difeso da Anna Maria Busia e Guido Datome, l'ex esponente del Pdl ha restituito la prestigiosa penna che è parte della contestazione mossa dalla Procura. Altri indagati hanno sinora restituito oggetti o danaro fra cui, l'ultimo, Carlo Sanjust (Pdl), che ha riconsegnato al Pdl 25mila euro, che secondo l'accusa sono stati utilizzati per il suo matrimonio, agevolando così la sua scarcerazione ed ottenendo i domiciliari il 13 dicembre scorso dopo che era stato arrestato, il 5 novembre, nell'ambito dell'inchiesta-bis sull'utilizzo dei fondi destinati ai Gruppi.

Onorio Petrini, esponente del Pdl, ha reso le ciotole d'argento acquistate coi fondi pubblici.
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