Fine vita: al via in Aula l’esame della legge
L’approvazione attesa nella giornata di mercoledìPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Al via in Aula l’esame della proposta del centrosinistra sul Fine vita. Il testo dovrebbe essere approvato domani, mercoledì.
Stamattina sono state illustrate le relazioni di maggioranza (relatrice la presidente della commissione Sanità Carla Fundoni) e di minoranza (relatore Corrado Meloni di FdI.
Assente l’assessore alla Sanità Armando Bartolazzi (a Roma per impegni al ministero della Salute), motivo per cui - dopo che il centrodestra ne ha richiesto la presenza - la seduta è stata sospesa e riconvocata per le 16.
«Il provvedimento ha lo scopo di garantire la necessaria assistenza sanitaria alle persone che intendono accedere al suicidio medicalmente assistito, conformemente a quanto disposto dalla Corte Costituzionale a partire dalla sentenza n. 242/2019 e successivamente dalla sentenza 135 dello scorso anno, che ha sollecitato il Parlamento a legiferare sul tema», ha spiegato Fundoni, soffermandosi poi sul tema delle competenze regionali in materia. «La legge disciplina un percorso sicuro, trasparente e rispettoso, tutela e accompagna il paziente che desidera porre fine ad una sofferenza estrema, a non essere lasciato solo, né ostacolato da silenzi e burocrazia - ha detto - questa legge non è in antitesi con le cure palliative e con i percorsi di assistenza ai malati che si trovano in condizioni individuate, ne è semmai il completamento più umano e più giusto». E ancora: «Come presidente della commissione Sanità e come medico sostengo questa legge perché ritengo si tratti di una legge necessaria. Posso asserire che abbiamo affrontato il tema del fine vita con il massimo rispetto, la massima attenzione e un senso di profonda responsabilità, partendo dall’ascolto di tutti coloro che, a vario titolo, operano nell’assistenza e nella cura della persona in un momento di particolare fragilità».
Nella relazione di minoranza Meloni ha fatto presente che «la pretesa di tale proposta di legge di dare esecutività alla sentenza n. 242 del 2019 definendo ruoli, tempi e procedure in tema di suicidio assistito appare confliggere manifestamente con le competenze regionali in materia. Difatti, la disciplina del fine vita concerne l'ordinamento civile, materia di esclusiva competenza dello Stato. Il suicidio assistito, come atto di disposizione del proprio corpo, necessita pertanto di una normativa uniforme su tutto il territorio nazionale, che solo lo Stato può assicurare».
Il consigliere di FdI ha citato anche un'altra sentenza della Corte, la numero 66 del 2025, relativa alla necessità di prevenire il pericolo di abusi a danno delle persone deboli e vulnerabili, perché in situazioni di fragilità e sofferenza la scelta di porre fine alla propria vita potrebbe essere indotta o sollecitata da terze persone.