Le note struggenti di Ain't no sunshine provano a regalare un po' di conforto ai passeggeri smarriti, ma la musica rilanciata per tutto il giorno dai diffusori della stazione di Cagliari può poco davanti ai treni scomparsi. «Pensino a farci partire», urla un'insegnante di Carbonia, stremata da tre ore di attesa. «Altro che canzoni e schermi colorati».

La Sardegna si spezza in due, il centrosud paga il dazio peggiore. Paralisi dei binari, i numeri cominciano a far paura. Ieri le cancellazioni sono state 75 (martedì si erano fermate a 67), mandando in tilt il trasporto ferroviario nell'Isola. Pochi i servizi garantiti nelle fasce protette, pagano pegno soprattutto i pendolari che gravitano su Cagliari. Quasi isolato il Sulcis, con vuoti spaventosi nei collegamenti tra il capoluogo con Iglesias e Carbonia. I passeggeri protestano, ma nel bersaglio non ci sono i lavoratori in agitazione. Il coro è unanime: «Le pulizie non possono essere determinanti, Trenitalia deve garantire i collegamenti».

L'ALLARME DELLA PREFETTURA In piazza Palazzo si segue con attenzione una vertenza che ogni giorno di più rischia di prendere fuoco. Ieri il prefetto Giovanni Balsamo ha telefonato all'amministratore delegato di Trenitalia Vincenzo Soprano per «rappresentare» la situazione nell'Isola e mettere in evidenza i disagi che stanno mettendo a dura prova la mobilità dei sardi. La prefettura chiede poi che siano garantiti i servizi essenziali nei collegamenti ferroviari.

LA LINEA DI TRENITALIA Le Ferrovie dello Stato continuano a chiamarsi fuori dal black-out e ribadiscono che «la cancellazione dei treni» è da attribuire alla «mancata pulizia da parte della ditta appaltatrice». La nota ufficiale diffusa ieri sera parla di 75 cancellazioni sui 182 viaggi previsti in tutta l'Isola, «a causa del perdurare dello stato di agitazione del personale della società Geas (Gruppo Mazzoni) - esterna al gruppo Fs - che cura i servizi di pulizia dei treni» e quelli «di supporto alle attività manutentive». Le Ferrovie dello Stato ribadiscono la «completa estraneità» rispetto «alla vertenza sindacale». Nel mirino finiscono «le vicende interne aziendali della Geas», che «stanno danneggiando il sistema dei trasporti ferroviari in Sardegna», con gli effetti «sui quindicimila pendolari che giornalmente si spostano con il treno».

DISAGI NEL CENTROSUD È soprattutto la Sardegna centromeridionale a pagare il conto del blocco, come conferma Trenitalia, che parla di «grave disagio per i pendolari». Sulla tratta metropolitana Cagliari-Decimomannu sono saltati 30 treni, mentre le cancellazioni sono state 22 sulla linea Cagliari-Iglesias-Carbonia. Anche sulla dorsale Cagliari-Oristano-Macomer non sono mancati i disagi, con 23 treni cancellati nel corso della giornata. Per diverse ore, quindi, sono saltati i collegamenti con il nord dell'Isola. Più tranquilla la situazione sul percorso Sassari-Chilivani-Olbia, dove sono stati confermati tutti i servizi previsti, anche se «in buona parte con i bus sostitutivi».

GLI SCENARI Dal comunicato delle Ferrovie dello Stato emerge il rischio di un peggioramento della situazione. «Si continuano a garantire, al momento, i servizi minimi essenziali, con i convogli ancora in grado di essere utilizzati», anche se gli autobus possono sostituire parte dei treni cancellati. L'impegno di Trenitalia verrà concentrato soprattutto «nelle fasce orarie di più alta mobilità pendolare, «dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21».

LA VERTENZA Gli addetti alle pulizie (e alla piccola manutenzione) della Geas continuano a portare avanti la loro protesta - con l'occupazione delle terrazze delle stazioni di Cagliari e Sassari - in attesa degli stipendi. La Geas deve pagare due mensilità ai 106 lavoratori (più 10 della Fulgens). Tra l'altro l'appalto dovrebbe presto passare a un'altra società, la Nord servizi del gruppo Gorla, che ha già annunciato l'esubero di 46 lavoratori.

LO SPIRAGLIO Oggi l'assessore ai Trasporti Angelo Carta sarà a Roma al tavolo con i rappresentanti del ministero e i vertici di Trenitalia. Chiederà il pagamento degli stipendi e la salvaguardia dei posti di lavoro. La Regione cercherà di arrivare anche all'accordo di programma che prevede il decentramento della gestione dei servizi. La speranza è quella di sempre: «Qualità e quantità» per la regione con i peggiori collegamenti ferroviari d'Italia.

GIULIO ZASSO
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