Eolico, dall’Isola un secco “no” alla speculazione
Da Cagliari a Oristano, fronte comune per difendere la Sardegna: «Serve una norma urbanistica»Gli interventi al Forum dell'Unione Sarda
Un fronte comune, che attraversa la Sardegna, per tutelare l’Isola dall’assalto eolico e respingere la speculazione energetica.
E un coro unanime di voci contrarie che si è levato ieri a Oristano, in un confronto organizzato dall’associazione Lucio Abis, e a Cagliari nell’appuntamento andato in scena a L’Unione Sarda fra sindaci, imprenditori, comitato popolare e Chiesa con focus sull’eolico offshore nel Sulcis e i nove progetti per complessive 363 pale in mare davanti a Carloforte e Portoscuso che andrebbero a influenzare direttamente la pesca, il turismo, il paesaggio di territori unici e di rilevanza comunitaria.
A Oristano c'era il comitato scientifico per l'Insularità in Costituzione, con la presidente Maria Antonietta Mongiu, Giuseppe Pulina, Rita Dedola, Gian Valerio Sanna, Giuseppe Biggio, Benedetto Ballero. Ed è intervenuto l'editore del gruppo L'Unione Sarda, Sergio Zuncheddu. Negli interventi, accenti severi sul disegno di legge della Giunta all'esame del Consiglio regionale, considerato «largamente insufficiente di fronte all'invasione di gigantesche pale che potrebbero compromettere il paesaggio sardo». Con l’editore Zuncheddu che quanto ai vincoli sul territorio ha ribadito la Regione sappia «bene quello che deve fare, c'è il 98,8% del territorio coperto da vincoli di tipo diverso, archeologici, monumentali, paesaggistici, legati agli usi civici». E con «soluzione migliore» da perseguire «una norma urbanistica che nasce dai poteri che alla Sardegna vengono riconosciuti in base allo Statuto».
Nel dibattito a L’Unione Sarda, invece, gli interventi di Stefano Rombi e Ignazio Atzori, sindaci di Carloforte e Portoscuso, il parroco di Portoscuso e responsabile della pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Iglesias, don Antonio Mura, Susanna Lavazza portavoce del comitato “No speculazione energetica Carloforte” e i rappresentanti delle tonnare di Carloforte, Pier Greco, e Portoscuso, Andrea Farris.
Fra le preoccupazioni maggiori evidenziate quella per un assalto eolico che potrebbe decretare la fine della pesca del tonno rosso con le tonnare fisse, le interlocuzioni pressoché assenti con le multinazionali impegnate nei progetti, i danni per il paesaggio con pale che risulterebbero visibili da Nebida e Carloforte, «pugno nell’occhio per il quale vorrebbero cavarsela con qualche spicciolo», e poi l’urgenza di in un intervento efficace della regione a partire dalle «competenze assegnate dallo Statuto», l’importanza di un’alleanza tra istituzioni, popolazioni e imprese, la stop alla sottostazione di Portoscuso e l’opzione referendum consultivo, «una bella opportunità» e un contributo «per una democrazia consapevole».