Le scadenze sono un calendario di guerra. Tra Regione e Stato lo scontro è totale, senza che nessun cenno di tregua si levi da Palazzo Chigi, nonostante il nuovo governo. Il tema è tanto dirimente quanto fondamentale: l’energia, la sua produzione, la gestione, il ruolo da protagonista o comparsa della Regione Autonoma della Sardegna. In ballo c’è un elemento imprescindibile della vita quotidiana delle famiglie, ma anche il primario fattore economico della produzione, da quella industriale sino all’agricoltura, passando per l’artigianato e le bollette domestiche. Un tema che dovrebbe impegnare giorno e notte la politica, da Roma a Cagliari, ma che, invece, vede lo scontro tutto proiettato nelle aule giudiziarie, senza tregua e con un contenzioso che giorno dopo giorno rinvigorisce il lavoro dell’avvocatura regionale chiamata a fronteggiare un vero e costante attacco dello Stato alle prerogative speciali della Regione sarda in tema di energia.

Settimane cruciali

Quella che si conclude, e la prossima che inizia, saranno settimane cruciali per lo snodo giudiziario sui principali ricorsi incardinati dalla Regione, sia al Tar che al Consiglio di Stato, nel tentativo di difendere e ripristinare le competenze primarie ed esclusive, dalla produzione e gestione dell’energia sino al paesaggio. Su tutti incombe il ricorso principale quello che riguarda il commissariamento sostanziale della Regione in tema di energia deciso dal governo Draghi con un decreto del marzo dello scorso anno. Un vero e proprio “golpe” energetico di Stato che non solo ha leso alla radice le peculiarità fondamentali dello Statuto sardo in tema di energia, ma ha deciso, sulla testa della Sardegna e dei sardi, progetti che renderebbero l’Isola una vera e propria colonia energetica, attentando alla sua autonomia produttiva, da quella industriale sino a quella domestica.

Solo pale e batterie

Un piano che non solo avrebbe sostanzialmente lasciato l’Isola senza energia propria, ma avrebbe finito per devastare paesaggio e ambiente con un’invasione di pale eoliche funzionali solo al cavo-guinzaglio che Terna ha progettato per “scippare” l’energia eolica e solare da esportare verso la Sicilia e la Campania, a servizio della rete elettrica nazionale. In Sardegna in base a quel piano resterebbero qualche “batteria elettrica”, inutili e inadeguati accumulatori di energia rinnovabile, migliaia di pale eoliche, tutte protese sul paesaggio incontaminato dell’Isola.

23 febbraio, la contesa

Dopo la sentenza choc del Tar Lazio che aveva respinto senza troppi convenevoli il ricorso della Regione contro il “Decreto Energia” del Governo Draghi, il Consiglio di Stato, l’undici novembre scorso, aveva ribaltato quell’impostazione del Tribunale amministrativo romano dimostrando che non solo la posizione della Sardegna era meritevole di essere valutata nel merito, ma accoglieva di fatto la richiesta dell’Avvocatura regionale sarda di uno stop al decreto Draghi-Cingolani. L’udienza finale è già fissata per il prossimo 23 febbraio. Ciò che sorprende è non solo l’assenza di qualsiasi tavolo governativo ufficiale e trasparente teso a modificare l’impostazione del governo precedente, ma la volontà dell’avvocatura di Stato di procedere alla difesa ad oltranza del decreto Draghi.

Sgarbo politico

Alle opposizioni di Snam e altri soggetti al ricorso della Sardegna si sono, infatti, aggiunte quelle di Palazzo Chigi che non ha aperto un tavolo di confronto con la Regione e insisterebbe sull’impostazione del decreto del precedente Governo. Uno sgarbo politico pesantissimo alla giunta regionale sarda, ancor prima che giudiziario e sostanziale rispetto alla gestione della partita energetica in Sardegna.

Processo Saccargia

Ieri, intanto, sempre al Consiglio di Stato, è andata in scena la prima udienza su un altro decreto blitz del governo Draghi, quello che aveva autorizzato “manu militari” la realizzazione del Parco eolico sul proscenio della straordinaria basilica di Saccargia, tra Nulvi e Ploaghe. Pale ciclopiche destinate a devastare per sempre il paesaggio della zona. In questo caso si doveva discutere la richiesta cautelare della Erg di sospendere la decisione del Tar Sardegna che aveva annullato senza colpo ferire il decreto Draghi per quel progetto. Il Consiglio di Stato non solo ha ignorato la cautelare della società energetica, ma non ha nemmeno fissato la data per la trattazione di merito. È ieri, però, che si è saputo che Palazzo Chigi ha presentato un ricorso autonomo rispetto a quello della Erg per difendere, anche in quel caso, il via libera di Draghi a quel parco eolico. Un fatto che si presta ad una duplice lettura, visto che la decisione dell’Avvocatura di Stato di non costituirsi nel ricorso della multinazionale è uno smacco per il privato e dall’altra lascia aperta una possibile trattativa autonoma con la Regione.

Einstein Telescope

Il diniego della sospensiva è un “colpo” importante dell’Avvocatura sarda guidata dall’avvocato generale Mattia Pani che ha incassato l’importante risultato in previsione del nuovo faccia a faccia con il Governo, previsto per il 25 gennaio prossimo al Tar Sardegna, sul progetto di pale eoliche da posizionare sopra l’area destinata all’Einstein Telescope, sui monti di Bitti. La mancata sospensiva da parte del Consiglio di Stato rispetto alla centrale eolica intorno a Saccargia è un fatto decisivo visto che il progetto che riguarda Bitti è stato adottato dal Governo Draghi con le stesse procedure di quello della Erg per Nulvi-Ploaghe. In questo caso la partita sarà ancora più rilevante, visto che la Regione chiede l’immediata sospensione del provvedimento governativo per evitare che il progetto della Gamesa possa condizionare la decisione internazionale sulla scelta della miniera di Sos Enattos a Lula per posizionare la Sardegna al centro della ricerca scientifica mondiale. Lo scontro tra invasione eolica e futuro dell’Isola è, dunque, ad un passaggio cruciale. Il Tar, ora, deve decidere tra invasione eolica e Sardegna capitale del futuro.

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