Dermatite bovina: in Sardegna già “distrutti” 800 capi, altri duemila verso la soppressione
I numeri ufficiali: i bovini che hanno contratto il virus finora sono stati poco più di 350 ma la regole impongono l’abbattimento dell’intera mandria. Lo smaltimento? Costa fino a 1,56 euro al chiloPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Sono 861 i capi bovini “distrutti” dall’inizio dell’epidemia di dermatite nodulare contagiosa in Sardegna. Un dato destinato a salire, e di molto, fornito nelle tabelle ufficiali del bollettino epidemiologico nazionale veterinario.
Anche nelle ultime ore in alcuni allevamenti dell’Isola i veterinari della Asl sono intervenuti per abbattere le mandrie nelle quali si è manifestato il virus: come stabilito da una sequenza di decisioni del Tar e del Consiglio di Stato, non vengono risparmiati nemmeno i capi vaccinati e sani.
Se c’è stato un caso si deve procedere con l’uccisione di tutto il bestiame delle aziende considerate contaminate. Questo, secondo le direttive europee – e i giudici amministrativi si sono allineati – applicate da Regione e varie Asl è l’unico sistema per arginare il contagio.
I numeri ufficiali dicono che i focolai accertati finora sono stati 56, tutti concentrati in un quadrilatero del Nuorese, a eccezione di due rilevamenti a Padru e a Cuglieri. Negli allevamenti interessati ci sono 2.524 animali coinvolti (che saranno tutti uccisi, se la linea non cambia): 108 sono morti a causa della malattia, 754 sono stati abbattuti. A fronte di 352 malati.
Da quando la campagna vaccinale (obbligatoria) è stata avviata si è abbassato il numero di nuovi focolai: a settembre finora ne risultano confermati solo due. Ma per le autorità sanitarie il processo di immunizzazione attraverso le inoculazioni non basta: dove c’è un caso si abbatte, questa la linea dura.
Il tariffario per lo smaltimento delle carcasse
Per sostenere le spese dello smaltimento ci sono i fondi stanziati a luglio da Ares (Azienda regionale per la salute). A disposizione ci sono 3.762.460 euro. Le tariffe proposte da tre società sono al chilo: 1,06 dall’Umbra Service, 1,08 dalla Ecoserdiana Spa e 1,56 euro dalla RealBeef.
Enrico Fresu