Sono 861 i capi bovini “distrutti” dall’inizio dell’epidemia di dermatite nodulare contagiosa in Sardegna. Un dato destinato a salire, e di molto, fornito nelle tabelle ufficiali del bollettino epidemiologico nazionale veterinario. 

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Anche nelle ultime ore in alcuni allevamenti dell’Isola i veterinari della Asl sono intervenuti per abbattere le mandrie nelle quali si è manifestato il virus: come stabilito da una sequenza di decisioni del Tar e del Consiglio di Stato, non vengono risparmiati nemmeno i capi vaccinati e sani.

Se c’è stato un caso si deve procedere con l’uccisione di tutto il bestiame delle aziende considerate contaminate. Questo, secondo le direttive europee – e i giudici amministrativi si sono allineati – applicate da  Regione e varie Asl è l’unico sistema per arginare il contagio. 

Francesco Zoroddu, di Orotelli mentre cerca di aiutare una delle sua vacche paralizzata dagli effetti della dermatite bovina
Francesco Zoroddu, di Orotelli mentre cerca di aiutare una delle sua vacche paralizzata dagli effetti della dermatite bovina
Francesco Zoroddu, di Orotelli mentre cerca di aiutare una delle sua vacche paralizzata dagli effetti della dermatite bovina

I numeri ufficiali dicono che i focolai accertati finora sono stati 56, tutti concentrati in un quadrilatero del Nuorese, a eccezione di due rilevamenti a Padru e a Cuglieri. Negli allevamenti interessati ci sono 2.524 animali coinvolti (che saranno tutti uccisi, se la linea non cambia): 108 sono morti a causa della malattia, 754 sono stati abbattuti. A fronte di 352 malati. 

Da quando la campagna vaccinale (obbligatoria) è stata avviata si è abbassato il numero di nuovi focolai: a settembre finora ne risultano confermati solo due. Ma per le autorità sanitarie il processo di immunizzazione attraverso le inoculazioni non basta: dove c’è un caso si abbatte, questa la linea dura. 

Il tariffario per lo smaltimento delle carcasse
Il tariffario per lo smaltimento delle carcasse

Il tariffario per lo smaltimento delle carcasse 

Per sostenere le spese dello smaltimento ci sono i fondi stanziati a luglio da Ares (Azienda regionale per la salute). A disposizione ci sono 3.762.460 euro. Le tariffe proposte da tre società sono al chilo: 1,06 dall’Umbra Service, 1,08 dalla Ecoserdiana Spa e 1,56 euro dalla RealBeef. 

Enrico Fresu 

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