La Regione Sardegna e i sindaci dei Comuni interessati ribadiscono il no all’ipotesi di ospitare il deposito unico nazionale delle scorie nucleari.

L’assessora all’Ambiente Rosanna Laconi, dopo l’avvio della procedura di Vas (Valutazione ambientale strategica) per individuare il sito, ha convocato una riunione urgente per discutere le informazioni da inserire nel Rapporto Ambientale.

Hanno partecipato i sindaci dei comuni coinvolti nelle otto aree individuate come sedi potenziali e idonee (Albagiara, Assolo, Usellus in nell'Oristanese, Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Villamar, Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna, Nurri, Ortacesus e Guasila), le direzioni degli assessorati all’Ambiente, Sanità, Agricoltura, Urbanistica, Industria, l’Adis e l’Arpas.

«Ho agito con tempestività, coinvolgendo i sindaci e assessorati competenti, affinché emergesse chiaramente la condivisione del sentimento unanime di opposizione all’ipotesi di ospitare il deposito delle scorie nucleari in Sardegna», ha dichiarato Laconi, sottolineando l'urgenza di una risposta coordinata e compatta.

La Sardegna, è stato sottolineato all’unanimità, deve essere esclusa da qualsiasi ipotesi. Per almeno cinque motivi.

- Trasporto marittimo: le complessità logistiche nel trasporto delle scorie, con la necessità di adeguare le infrastrutture portuali e gli elevati rischi per l’ambiente marino e costiero

- Infrastrutture insufficienti: la rete ferroviaria e viaria è inadeguata alla gestione dei trasporti di materiale radioattivo, cosa che aggrava i rischi logistici e ambientali

- Valori ambientali e culturali: le aree coinvolte sono caratterizzate da una ricca biodiversità e da un patrimonio archeologico e paesaggistico inestimabile, che verrebbero compromessi

- Rischi ideogeologici: la presenza di invasi interconnessi per l'approvvigionamento idrico rende il territorio particolarmente vulnerabile a eventuali incidenti, con il rischio di contaminazione dell'intero sistema idrico regionale 

- Produzioni agricole di eccellenza: le aree individuate ricadono all’interno di ambiti territoriali comprendenti estese zone destinate a produzioni DOP/IGP di rilevanza economica e identitaria per la Regione

A tutto questo va aggiunto che le aree individuate nell’Isola rientrano nella fascia B di idoneità, dunque sono meno adatte rispetto alle aree di fascia A1 e A2 che si trovano nel resto d’Italia. Questo documento verrà integrato con le osservazioni e la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti nell’incontro.

«La Sardegna ribadisce con forza il suo no, come già espresso dal consiglio regionale nel 2021 e rafforzato dall’odg approvato lo scorso 3 dicembre», sottolinea Laconi, ricordando che la Regione «rappresenta il sentimento unanime dei sardi, già espresso nel referendum del 2011, con il 97% dei votanti contrari a qualsiasi installazione nucleare».

«Non arretreremo di un millimetro. La difesa della nostra terra, delle nostre comunità e del nostro futuro è una priorità assoluta», conclude l’assessora.

(Unioneonline/L)

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