Riccardo Fercia non si arrende. L’avvocato, membro del Collegio Regionale di Garanzia elettorale che ha votato per la decadenza di Alessandra Todde, ha depositato stamani una nuova memoria difensiva nella cancelleria della Corte d’appello di Cagliari.

La sentenza della Corte Costituzionale non ha messo una pietra tombale sulla decadenza di Alessandra Todde, sottolinea il giurista, ma ha stabilito che tocca al Tribunale civile decidere. L’ordinanza ingiunzione del Collegio elettorale di garanzia, in sostanza, è stata annullata «parzialmente» e solo nella parte in cui ha (erroneamente) ritenuto che le «gravi violazioni» accertate (come le ha definite la Consulta) fossero riconducibili al comma 7 dell’articolo 15 della legge 515 del 1993, che prevede la decadenza.

Una sentenza che «coincide sostanzialmente», a giudizio di Fercia, con la decisione del Tribunale di Cagliari che, escludendo l’applicabilità del comma 7, ha riqualificato il fatto storico «esattamente come contestato dal Collegio di Garanzia», riconducendolo però al comma 8 dello stesso articolo 15, che equipara al mancato deposito in senso materiale il deposito di atti che rendano impossibile il controllo delle spese elettorali individuali del candidato e pure prevede l’ipotesi di decadenza.

In sostanza, la Consulta «non solo ha dichiarato inammissibile il ricorso della Regione», ma ha anche evidenziato come spetti al giudice ordinario decidere sui fatti oggetto di contestazione.

Sarà dunque il tribunale civile a stabilire la qualificazione delle «gravi» violazioni accertate nell’ambito delle due ipotesi legali di decadenza, «previste non già dal comma 7 ma dai commi 8 e 9 dell’articolo 15 della legge». E a decidere sulla decadenza, vincolando il Consiglio regionale «all’adempimento dei propri doveri d’ufficio».

Lo scorso maggio a Riccardo Fercia è stato revocato il mandato a rappresentare il Collegio di garanzia elettorale. Ma lui non si arrende e va avanti nella battaglia: sia per difendere il provvedimento che aveva votato come membro del Collegio di garanzia, sia perché, scrive nel comunicato rilasciato oggi, «la revoca del mandato difensivo non ha effetto sino alla sostituzione dell’avvocato», che non è avvenuta perché revocando il mandato a Fercia senza nominarne un altro il Collegio aveva in sostanza rinunciato alla difesa.

(Unioneonline)

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