Croce in legno e corona di spine sotto la prima pala eolica in Sardegna: a Marrubiu sit-in contro l’assalto
Ai piedi dell’impianto a ridosso della Statale 131 nuova tappa della mobilitazione che da Santa Giusta arriverà a CagliariUna croce in legno e la corona di spine ai piedi della prima pala eolica montata nell’Isola. Quest’angolo, fra la zona artigianale di Marrubiu e la Statale 131, è ormai un luogo simbolo: qui oggi c’è stata la seconda tappa del percorso “La croce del popolo sardo”, che inizia da Santa Giusta e arriverà fino a Cagliari passando per Villacidro. «Vogliamo ribadire che l’Isola al momento è crocifissa ma riuscirà a liberarsi e a vincere questa battaglia» ripete Davide Fadda, del presidio permanente del popolo sardo e rete Pratobello.
Sono arrivati da ogni parte dell’Isola comitati, associazioni, amministratori e cittadini per gridare ancora una volta il proprio no a tutti quei progetti di impianti eolici, fotovoltaici e agrivoltaici che rischiano di segnare un punto di non ritorno per l’ambiente, il paesaggio ma anche le tradizioni e l’identità sarda. Sventolano le bandiere dei Quattro mori e i manifestanti, in maniera assolutamente pacifica, ricordano la necessità della mobilitazione.
E ancora una volta, la Chiesa è accanto alla popolazione. Il parroco di Marrubiu, don Alessandro Enna lo ribadisce: «Sono qui con voi per la condivisione di alcune tematiche come il rapporto con il territorio, l’impatto ambientale di un intervento che rischia di toglierci la stessa sussistenza», ha detto. «Solidarietà e vicinanza a chi lotta, a chi ha firmato per la legge Pratobello».
Il sindaco di Marrubiu, Luca Corrias fa notare che «se nulla si è potuto fare per bloccare l’installazione di quella enorme pala, adesso si farà una dura opposizione al progetto di agrivoltaico su 80 ettari nelle terre irrigue di Sant’Anna». Continuano gli interventi, i protagonisti poi diventano le donne e gli uomini che hanno risposto all’appello: bandiera dei Quattro mori sulle spalle, ognuno sale sulla croce per poi scendere con la speranza di salvare la propria terra.
Nel video le parole di Davide Fadda.