Contagi, “il picco a metà mese”. Coghe: “Serve più rigore”
Se i ricoverati non sono in condizioni gravi, sottolinea il direttore sanitario dell’Aou di Cagliari, “è merito del vaccino”
Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Le conseguenze degli eventuali comportamenti imprudenti tenuti in occasione del Capodanno si potranno vedere tra qualche giorno. Rispetto al picco del 31 dicembre registrato in Sardegna, i nuovi casi di coronavirus ieri sono stati 543 (QUI IL BOLLETTINO COMPLETO), con anche una vittima, ma sono in crescita i ricoveri.
“Purtroppo – sottolinea Ferdinando Coghe, direttore sanitario dell’Aou di Cagliari - è passata l'idea che tutto si fosse risolto, quindi c'è stato un atteggiamento generalizzato di scarsa attenzione verso le raccomandazioni fatte a più riprese. E ogni raccomandazione è stata presa come una limitazione della libertà individuale, qualcosa di coercitivo. Noi abbiamo chiesto solo di stringere sulle grandi manifestazioni di piazza, e la gente ha festeggiato comunque senza adottare precauzioni”.
Se i ricoverati non sono in condizioni gravi, come accaduto in passato, “è merito del vaccino – prosegue Coghe -, anche perché al momento Omicron incide per una quota abbastanza ridotta, il 24%, nel sud Sardegna. Il 75% viene colpito ancora da Delta, che prima era letale, adesso lo è molto meno, grazie appunto ai vaccini”.
In varie regioni ci sono già le prime avvisaglie per nuove restrizioni: se il trend attuale verrà confermato, da venerdì prossimo Toscana e Umbria saranno dichiarate gialle, mentre la Liguria sarà arancione, stesso colore che potrebbe toccare anche al Piemonte fra una decina di giorni e alle Marche fra poco meno di tre settimane.
(Unioneonline)
I dettagli su L’Unione Sarda in edicola