Sono al terzo giorno di protesta gli autotrasportatori della Sardegna che hanno annunciato presìdi a oltranza fino a quando non verrà risolta l’emergenza per il caro carburante. I loro camion restano davanti ai porti e alle zone industriali, e si registrano forti rallentamenti sullo sbarco delle merci. Mentre non è stato messo in atto alcun blocco, soprattutto sulle derrate alimentari, che finirebbe per far scattare conseguenze penali per i manifestanti.

A Cagliari e a Olbia prosegue quindi la lotta dei camionisti nonostante gli spiragli emersi ieri nel corso del tavolo di Roma al ministero delle infrastrutture. "A noi non interessano 'pacchetti di proposte' e 'punti' - spiega Daniele Fanni, autotrasportatore dal presidio di Cagliari, riferendosi a quanto stabilito nella riunione nella capitale - a noi interessa una questione vitale: il prezzo del gasolio. Se scende, noi smettiamo di protestare".

"Siamo lavoratori in emergenza - prosegue Fanni - e l'emergenza è legata ai costi che dobbiamo sostenere per i trasporti. A noi interessa solo questo punto".

Durante la notte si è rinsaldata l'alleanza con i pastori che hanno rifornito i partecipanti ai presìdi con scorte alimentari per andare avanti con la protesta, in vista del corteo di trattori, camion e auto fissato per sabato 19 nel Sassarese. 

(Unioneonline/s.s.)

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