Di fronte alla situazione, la dirigenza dell'istituto ha alzato la cornetta del telefono e chiamato la polizia. Nel giro di pochi minuti nell'edificio si sono presentati alcuni uomini del Commissariato di via Ala Italiana i quali hanno cercato di mediare fra le esigenze dei dirigenti scolastici e quelle dei genitori, fino a quando dopo alcune ore l'occupazione dell'edificio non è stata interrotta, anche grazie all'arrivo del vicesindaco Maria Marongiu e dell'assessore alla Pubblica istruzione Pietro Morittu.

Ma questa situazione è il frutto di una settimana di proteste, originate quando il 15 settembre i bambini della terza E si sono presentati a scuola per il primo giorno di lezione dopo le vacanze estive ed hanno scoperto che la loro classe era stata soppressa. Tagliata a causa dell'applicazione della riforma ministeriale (sarebbe la giustificazione della scuola): perciò i 21 studenti della terza E sono stati ridistribuiti a loro insaputa nelle altre terze. Per i genitori non è mai stato chiaro il motivo per cui è stata prescelta proprio la classe dei loro bambini (peraltro una delle più numerose) e hanno sinora preteso chiarimenti sui calcoli che sarebbero stati compiuti per arrivare alla decisione di tagliare una classe. Non avendo ricevuto spiegazioni esaustive (o non avendone ricevute affatto) i genitori della (ex) terza E hanno quindi tenuto i loro figli a casa.

Ieri mattina il culmine della protesta, con l'occupazione dell'androne della scuola (tutti insieme: mamme, papà e figli) e la reazione della dirigenza che ha chiamato il Commissariato. Dopo un incontro fra il preside, le forze dell'ordine, il vicesindaco e una delegazione di genitori, il presidio è stato interrotto. Ma la protesta proseguirà questa mattina a Cagliari dove genitori e amministratori comunali si recheranno per chiedere alla Direzione scolastica regionale una deroga apposita per il caso Carbonia. Intanto, anche il collegio dei docenti si è espresso non ratificando lo scorporo della terza E.

ANDREA SCANO
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