«Noi volevamo le regate, come si fa a dire che non la vogliamo più? Io non ho allontanato nessuno. Ho solo preteso che si rispettasse la legge: in Italia esiste un codice degli appalti che prevede acconti e non la consegna di una cifra subito per intero. Chiunque è invitato a provare il contrario. Evidentemente non sono scese giù agli organizzatori le condizioni delle nostre leggi. E alla fine sono mancati documenti fondamentali per completare l'iter. È ora di smetterla di pensare che i sardi abbiano l'anello al naso».

Così l’assessore regionale al Turismo Gianni Chessa, a proposito delle World series di Coppa America, che – contrariamente agli auspici – non si disputeranno a Cagliari.

Sull’addio alle gare nel Golfo degli Angeli, Chessa ha spiegato: «Gli organizzatori di Ace potevano cliccare sulla piattaforma telematica della Regione e fare una proposta ma non è arrivata. Noi ci abbiamo provato sino a questa mattina. E ora parte inevitabilmente il definanziamento della somma che abbiamo messo a disposizione, 6,1 milioni, Iva compresa. Sarà quindi il Consiglio regionale a decidere come impiegare quella cifra».

Sul trasferimento delle gare in Spagna l’assessore ha chiarito: «Non è un tavolo da poker, non si usa la Sardegna per rilanciare. L'accordo di massima era stato stipulato nell'agosto del 2022. Ma il contratto non è mai stato siglato. Cagliari - ha ricostruito l'assessore - era stata individuata come prima tappa delle regate. Ho saputo solo dalla stampa che gli organizzatori avevano scelto Vilanova, in Spagna, come primo appuntamento».

La Regione, dunque, si è sentita scavalcata e a quel punto è partita la protesta, con una lettera dove per la prima volta si è parlato della possibilità di definanziamento. Inutile, poi, nei giorni successivi, la riapertura delle trattative, con Ace che avrebbe infine formalmente dato forfait, declinando l’ultima offerta della giunta Solinas. 

LA REPLICA

«Regole degli appalti?», replica il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus, «ma se la grandissima parte delle spese effettuate dall’assessorato al turismo negli ultimi 4 anni è stata portata avanti tramite affidamenti diretti reiterati, ingiustificati e in alcuni casi palesemente in contrasto con i principi basilari che dovrebbero regolare ogni spesa pubblica».

«Certe dichiarazioni oltrepassano la soglia del ridicolo. Avremo modo di approfondire ulteriormente questa tematica appena ci invieranno i dati che abbiamo richiesto formalmente. Per ora quelli che abbiamo già in nostro possesso confermano il fatto che le regole in quell’assessorato siano state viste spesso come un optional», continua, ricordando le «regole che avrebbero permesso di destinare senza bando sei milioni di euro a un associazione nemmeno formalmente costituita per organizzare eventi sportivi vari ed eventuali»o quelle che «hanno permesso l’erogazione di risorse per grandi eventi (tra cui il Rally di Sardegna, in particolare) nonostante non fosse ancora approvata una legge che le stanziasse». O ancora «quelle che hanno permesso click day senza alcuna valutazione sulla qualità degli eventi finanziati».

(Unioneonline/l.f.)

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