«Viene risarcita la scuola che per anni non ha protetto le alunne: è vergognoso». Massimo Locci è un insegnante. Ma parla da padre di una delle ragazze che frequentavano la scuola Eleonora D’Arborea di Cagliari quando in cattedra c’era Marcello Melis, docente di matematica condannato a dieci anni per concussione e violenza sessuale nei confronti delle studentesse dell’istituto magistrale. La vicenda penale si è chiusa in via definitiva nel 2018, con il verdetto della Cassazione.

È notizia degli ultimi giorni, invece, quella della sentenza della Corte dei conti, che lo ha considerato responsabile di danno d’immagine nei confronti dell’istituzione scolastica: dovrà risarcire 100mila euro. Niente è dovuto alle ragazze, le sue vittime, ora cresciute e alcune diventate professioniste. Non si erano costituite neanche parte civile in tribunale.

Quante siano state, con esattezza, non si sa. E anche questo è un elemento che fa infuriare Locci. Per anni, prima dell’arresto, ha  cercato di smuovere le acque. Sapeva che qualcosa non andava: «Ma la scuola non ha fatto niente». O quasi. 

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