Duecento persone riunite in un capannone alla periferia di Villasor. Tutto questo malgrado i divieti imposti per il contrasto alla pandemia da Covid. In pratica un convegno non autorizzato: in tanti non avrebbero indossato la mascherina. Il blitz dei carabinieri, avvenuto domenica mattina, ha interrotto i lavori e fatto scattare le indagini. Qual era il motivo del raduno? Perché erano arrivate a Villasor persone da tutta l'Isola e alcuni addirittura dalla Penisola?

Il blitz

L'intenso viavai di vetture e la presenza di tante persone in un'area normalmente poco frequentata e trafficata hanno insospettito i passanti che hanno avvisato i carabinieri con una telefonata anonima. Quando è arrivata l'auto dei militari di Villasor, comunque, non c'è stato nessun fuggi-fuggi, i duecento presenti sono rimasti lì. Tra questi pare che dieci persone si siano avvicinate alle forze dell'ordine presentandosi come i promotori del convegno: sono loro i destinatari dei verbali firmati dai militari dell'Arma. Bari Sardo, Quartu Sant'Elena, Quartucciu sono solo alcuni dei Comuni di residenza di quelli che si sarebbero presentati come gli organizzatori dell'incontro. Tra i dieci spiccano i nomi dei padroni di casa: l'imprenditore Massimo Caboni (60 anni) e sua moglie Concetta Sangermano (56), ex assessora comunale alla Cultura ed ex candidata sindaca a Villasor, oggi in minoranza.

L'ipotesi

Sul motivo di questo convegno non c'è ancora nessuna notizia ufficiale ma pare che i carabinieri stiano seguendo una pista ben precisa. Dalle prime indiscrezioni sembrerebbe che gli organizzatori abbiamo affermato di fare parte di un'associazione statunitense, "L'executive order of application, declaration & order" e che il convegno, interrotto dai militari, fosse legato all'attività dell'associazione internazionale.

Parole che hanno spinto i carabinieri a ipotizzare che il convegno sia stato organizzato da un gruppo di negazionisti della pandemia da Covid. Ma gli accertamenti sono ancora in corso.

L'indagine

I dieci organizzatori sono stati multati: dovranno pagare 400 euro (che diventeranno 280 euro se saranno versati entro cinque giorni).

La vicenda è stata segnalata in Procura e anche ieri pomeriggio i carabinieri hanno fatto un sopralluogo nel capannone di Massimo Caboni. Stando ad alcune indiscrezioni, l'imprenditore edile avrebbe affittato da qualche tempo la struttura a un altro compaesano che sarebbe stato il vero promotore del convegno.

Nessuno per il momento sa se le duecento persone che domenica erano riunite dietro il cancello siano o meno dei negazionisti e se la loro riunione riguardava la pandemia. Se così fosse non ci sarebbe da meravigliarsi che duecento persone in zona arancione, a poche ora dal diventare zona rossa, si siano riunite in un capannone dove molti dei presenti non avevano la mascherina come dispositivo di sicurezza.

Massimo Caboni e Concetta Sangermano negano ogni addebito: «Non siamo stati multati, non abbiamo organizzato alcun convegno di negazionisti del Covid».

Johanne Cesarano

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