Al ristorante si entrerà uno alla volta dopo un triage: prima una veloce misurazione della temperatura con l'utilizzo di termoscanner posizionati all'ingresso, quindi la firma su un'autocerficazione precompilata che attesta l'assenza di sintomi influenzali nei due giorni precedenti. Una volta all'interno, cambierà anche il modo di stare a tavola: via oliere, saliere e cestini del pane, tutto (tranne piatti, bicchieri e posate) sarà usa e getta. Nuovi saranno anche i menù: digitali con lettura qr code per chi ha più familiarità con la tecnologia, cartacei, usa e getta, per le persone più anziane. Anche l'utilizzo dei servizi igienici cambierà: alla toilette si entrerà uno alla volta grazie a un sistema tecnologico che avverte quando è libera (più o meno funzionerà come il sistema a bordo degli aerei), con sanificazione dopo ogni utilizzo. Poi, tavoli distanziati di due metri, dispenser di gel battericidi, sanificazione degli ambienti.

Il piano

Si muovono i ristoratori della Marina e, in attesa delle linee guida del governo che indicheranno cosa fare e come farlo, propongono un piano in vista della possibile riapertura il 18 maggio, quando il sindaco potrebbe dare il via libera. «Ci stiamo muovendo per farci trovare pronti», spiega Luigi Dedoni, titolare, tra gli altri, di Su Cumbidu, e membro del direttivo Consorzio centro storico della Marina. E aggiunge: «Con tutte le misure che dovremo mettere in atto, sommate alla diminuzione inevitabile del numero dei clienti, sarà indispensabile che l'amministrazione conceda uno spazio sul suolo pubblico più ampio per quest'anno».

L'attesa

Non tutti alla Marina, però, saranno pronti per il 18 maggio. «Noi ci stiamo preparando direttamente per il primo giugno», giorno del d-day a livello nazionale per i ristoranti, «anche perché oltre a tutti lavori che saranno necessari per garantire la sicurezza a clienti e operatori, ci sarà un bel po' di formazione da fare per istruire tutti all'utilizzo dei nuovi dispositivi», spiega Alberto Melis, titolare dell'Antica Cagliari.

In attesa è anche Fabio Mirigliani, titolare di Kasteddu, Vidà e altri cinque tra ristoranti e pub alla Marina. «Aspettiamo le linee guida, poi valuteremo cosa fare. Sono ancora tante le incertezze che è difficile capire come muoversi».

Chi è pronto

Tra quelli pronti a partire c'è Marco Milia, titolare di Bria, il ristorante focacceria di via Napoli, e membro del Consorzio. «Questa settimana partiremo col take away, poi dal 18 se arriva il l'ok ricominceremo con il servizio al tavolo», dice. «Non è facile, perché le nuove regole impongono altri sacrifici economici, ma dobbiamo ripartire». Come? «Oltre alle cose già enunciate, noi per esempio doteremo i camerieri di palmari connessi con la cucina e il bar per evitare che gli operatori di sala vangano a contatto con gli altri e viceversa». Già attivo col delivery e, da ieri, col servizio da asporto è Samuele Muscas, Sabores, la bottega del gusto che fa anche ristorazione. «Abbiamo sistemato i plexiglass davanti all'area cucina e al bancone», dice, «appena avremo il via libera ricominceremo col servizio ai tavoli».

Mauro Madeddu

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