«Sono una che odia gli annunci e ama i cronoprogrammi: voglio date e nomi per ogni pratica». Paola Piroddi, consulente in materie politiche e sociali, 48 anni, è assessore a Cultura, Spettacolo e Verde pubblico. Pur essendo del Psd'Az chiarisce: «Ho sempre lavorato con tutte le amministrazioni a prescindere dal partito».

Chi rappresenta in Giunta?

«Il Psd'Az, Sardegna forte e Sardegna 20Venti».

Aveva detto di essere lì anche per l'Udc.

«C'erano trattative in corso ma l'Udc non ha confermato la sua adesione».

Come mai hanno scelto lei?

«Sicuramente per il mio curriculum, mi sono sempre distinta come grande lavoratrice. Ho una laurea in Filosofia e sono diligente».

Tra tante persone laureate e diligenti, perché lei?

«Perché so conciliare molto bene il politico con il tecnico, senza colore».

Ma è stata candidata col Psd'Az.

«Sì, ma quattro anni fa».

È stato il presidente Solinas a fare il suo nome?

«Così si dice e penso sia vero: il rapporto con il presidente è di stima e fiducia».

Vive tra Cagliari e Milano. Sarà un'assessore part time?

«Assolutamente no. Ho accettato questo ruolo e mi dedicherò totalmente all'assessorato. Ho lasciato tutte le mie attività in campo sociale».

Sa che il suo assessorato lo voleva Enrica Anedda?

«Ho visto. Mi dispiace, non ci conosciamo personalmente e sarà mia cura vederla a breve».

Come giudica il lavoro del suo predecessore Paolo Frau?

«Sono abituata a guardare alle carte, non amo le parole che non abbiano un supporto documentale».

Ha trovato il supporto alle parole di Frau?

«Non me la sento di dare una valutazione. Io ho un punto di vista diverso e sono stata attaccata mediaticamente per alcune dichiarazioni».

Ha detto che la cultura in città non è abbastanza viva.

«Non nego la vivacità culturale, diciamo che la mia idea ha connotazioni diverse. Magari una lettura di Max Weber farebbe bene a chi il relativismo culturale non lo ha molto presente».

Si è sentita attaccata?

«Hanno detto che non sono cagliaritana: è vero sono nata a Oristano, ma è qui che ho completato i miei studi, basta guardare il mio curriculum universitario. Non per tutti gli assessori è così. Non ho mai vantato un titolo che non ho e non si può dire lo stesso di altri».

È andata al concerto di Vasco?

«No».

Cosa pensa delle polemiche che sono venute dopo?

«È un evento che ha dato un riscontro talmente vasto che non ha senso fare polemica».

Cosa farà dell'Arena grandi eventi?

«È una partita abbastanza delicata, ci sarà da fare una verifica dello spazio».

La farà rimontare?

«Assolutamente no».

Come incentiverà la cultura in città?

«Si comincia dal riaprire gli spazi chiusi. Mi sono fatta dare un elenco e stiamo verificando: avere luoghi non accessibili non è ammissibile».

Riaprirà l'Anfiteatro romano?

«Sì. È una situazione complessa e sono in attesa di una risposta dei tecnici. Apriremo un tavolo con assessori e dirigenti per confrontarci sui punti critici. Non amo il rimbalzo di responsabilità».

Sant'Efisio, c'è chi vorrebbe un tavolo permanente.

«Sono d'accordo e credo debba esserci un'interconnessione con gli altri assessori. La cultura e il turismo, per esempio, sono strettamente legati».

Tra le case del Favero il parco giochi è uno sterrato, porterà un po' di verde anche lì?

«Sicuramente».

Ha la delega alla Film commission, il cinema può portare lavoro?

«Assolutamente sì, ho un'esperienza al Giffoni film festival e porterò questo modello a Cagliari: può essere fonte di sviluppo, occupazione e opportunità per i giovani».

Tre priorità.

«L'accademia delle belle arti, l'anfiteatro e il benessere degli animali».

Si occuperà del canile?

«Subito. Il canile vive una situazione problematica, la Asl ha detto che non è idoneo. E poi penso a un programma per le colonie feline, magari con delle casette per offrire riparo e un servizio veterinario».

Ma non ci sono soldi neppure per le sterilizzazioni.

«Non voglio sentire la frase "Non ci sono soldi", con me non funziona».

Mariella Careddu

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