«Mi scusi, posso andare in bagno?».

Questa una delle tante domande che i commercianti di Cagliari, specie a ridosso della stagione estiva, si sentono rivolgere più spesso dai turisti che arrivano in città. E, a seconda delle giornate, la “variante inglese” prende il sopravvento: «Can I go to the toilet?». «Ma la verità è che la maggior parte di loro non chiede neanche il permesso. Entrano, non consumano, utilizzano il bagno e vanno via», spiega un barista che – ogni giorno –  accoglie i clienti nel suo locale ai piedi di piazza Yenne. E con l’avvicinarsi dei mesi “di fuoco”, tra giugno e agosto, la situazione diventa ingestibile. «Il 90% delle persone che entra non vuole un caffè o un gelato, non cerca l’aperitivo: vuole semplicemente fare un “pit-stop” tra le varie tappe organizzate per visitare la città». E a dare per scontata la possibilità del servizio «sono anche tutti gli operatori che organizzano i tour con bus e navette. Se noi siamo alle prese con chi consuma, come possiamo anche tenere pulito il posto? I bagni pubblici dove sono? Nessuno lo sa. Spesso sono inagibili e – soprattutto – non sono segnalati. Mancano i cartelli. Il servizio è attivo? Sì, ma lo sanno in pochi», commenta un altro ristoratore. 

E se c’è chi – di fronte alle comitive in cappello di paglia e infradito – chiude un occhio senza lamentarsi «perché comunque noi i maggiori introiti li abbiamo d’estate, anche grazie ai vacanzieri» qualcuno non esclude l’idea di far pagare una cifra “simbolica” «per rientrare nei costi. Carta, sapone, detersivi non sono gratis, noi li paghiamo cari. Noi non lo facciamo, ma sarebbe giusto», ammettono due titolari di un locale storico del centro.

Ma i disagi, stagione estiva o meno, ci sarebbero comunque tutto l‘anno. «Non sono tanto i croceristi a metterci in difficoltà. Noi siamo tra i primi ad accogliere chi arriva. Il problema sono i ragazzini che – specie nel weekend – usano il bagno e lo distruggono: tavolette del wc spaccate, i pulsanti dello sciacquone presi a calci. Troviamo addirittura le impronte delle scarpe sul muro. Non è una situazione sostenibile», racconta Fulvio Cocco, del Caffè Roma nell’omonima via che si affaccia sul porto. 

Eppure a Cagliari i servizi igienici pubblici non mancano, così come segnalato anche sul sito del Comune. A quelli aperti sul lungomare Poetto si aggiungono quelli di «piazza Garibaldi, piazza Costituzione e piazza Ingrao. E sono sempre puliti, aperti dalle 7 alle 23, tutti i giorni. Io li conosco perché abito in zona e l’idea di poter usufruire di questo servizio mi facilita molto quando – per lavoro – devo star fuori. Ma se non fossi di qui, non ci penserei due volte: entrerei in un bar perché non saprei in che altro posto andare», racconta una passante. «Il nostro locale si affaccia su piazza Ingrao, dunque indirizziamo spesso i turisti verso questi servizi che abbiamo di fronte al nostro bar. Ma sono le persone del posto le prime a non volerli usare», confessa Massimiliano Concu, del Lithium Cafè.

© Riproduzione riservata