Lo slogan sarà "L'Isola in lungo e in largo". La "ciclovia Sardegna" - inserita nei sistemi nazionale ed europeo - ha due direttrici che vanno da Alghero, lungo il versante occidentale, e da Santa Teresa, sulla parte orientale, a Cagliari. E poi due itinerari trasversali: da Porto Torres alla Gallura e da Dorgali a Macomer attraverso Nuoro.

L'accordo per progettare e realizzare oltre 1230 chilometri di piste è stato siglato a Roma nei giorni scorsi con i ministri dei Trasporti e dei Beni culturali, e il presidente della Regione è particolarmente contento. "Abbiamo bisogno di turisti attenti all'ambiente, che vengano in periodi diversi da luglio e agosto, turisti curiosi della nostra cultura e dei nostri paesaggi, che si godano la nostra terra con la lentezza che la bicicletta consente", sottolinea Francesco Pigliaru. Ma chi con le due ruote vive e lavora è critico: "Si stanno investendo tanti soldi senza tenere conto del fatto che i numeri si fanno se c'è l'accoglienza alberghiera", sottolinea Giovanni Lamieri di Sardinia Cycling, "servono hotel aperti da febbraio/marzo e a settembre/ottobre, che offrano servizi come piscine riscaldate e spa. Perché il turismo itinerante è solo un piccolo segmento del cicloturismo, chi va in bicicletta fa giri 'a margherita', ogni giorno esce e poi torna alla base".

I NUMERI E IL SISTEMA - Il settore è in ascesa. In Europa il cicloturismo conta oltre 2 milioni di viaggi l'anno e 20 milioni di pernottamenti. Il valore potenziale in Italia è stimabile in 3,2 miliardi annui. È stato calcolato che la spesa media giornaliera pro capite va dai 90 ai 130 euro, e ogni chilometro attrezzato genera un indotto tra i 110 mila e i 350 mila euro l'anno. Per il sistema nazionale di ciclovie turistiche il governo ha stanziato con la legge di Stabilità 89 milioni di euro per il triennio 2016/2018. Quattro sono state finanziate l'anno scorso, con i fondi del 2017 hanno avuto il via libera altre sei: Garda; Magna Grecia; Trieste-Lignano Sabbiadoro-Venezia; Tirrenica; Adriatica e, appunto, Sardegna.

IL PROGETTO - La ciclovia della Sardegna, lunga 1236 chilometri, è collegata alle principali porte d'accesso all'Isola: i porti di Cagliari, Olbia e Porto Torres e gli aeroporti di Cagliari, Olbia e Alghero. Quattro le direttrici: Alghero-Cagliari (538 km); Santa Teresa di Gallura-Cagliari (508 km); Porto Torres-Santa Teresa (120 km); Dorgali-Macomer (70 km).

I DETTAGLI - Il 40% della ciclovia è in sede propria, un altro 50% si sviluppa su strade locali urbane o arginali con bassi livelli di traffico; il 10% è su strade statali e provinciali declassabili con velocità massima di 50 km/h. Il 78 % ha una pendenza inferiore al 3%, adatta dunque anche ai non esperti.

GLI ESPERTI Giovanni Lamieri, ciclista e imprenditore, con la più grossa azienda di cicloturismo dell'Isola e bike center a Quartu, Alghero e Arzachena, sottolinea che quest'anno si è registrato il sold out, prima durante il Giro, e ora in estate, e aggiunge che "tutte queste ciclovie in realtà non servono". Perché? "Semplice, nelle zone interne si possono percorrere già ora tranquillamente le strade semi-deserte. Noi dovremmo investire sulle uscite dalle città, ad esempio da Cagliari, verso Villasimius e Pula, da Arbatax, da Olbia. Ma soprattutto, questi progetti sono inutili se poi non si trovano alberghi aperti con servizi di qualità. I mesi forti per il cicloturismo cominciano a settembre e ottobre, quando gli hotel sardi iniziano a chiudere".

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