Voglia di togliersi qualche dubbio e acquisire sicurezze sulla propria situazione. Di capire se sono stati in qualche modo a contatto con il nuovo coronavirus.

L'unico modo per farlo è sottoporsi al test sierologico: per questo, quando si è diffusa la voce che la Croce Rossa stava contattando 7.985 cittadini sardi in 89 comuni per l'indagine epidemiologica nazionale, in molti si sono offerti volontari.

"Il telefono ha cominciato a squillare con una maggiore frequenza, e qualcuno si è proposto di rispondere alle domande al fine di essere sottoposto al test, per sé o per qualche parente", racconta Sergio Piredda, presidente regionale della Cri.

"Chiaramente - aggiunge - ho dovuto gentilmente spiegare che la lista Istat è quella e non può essere modificata".

Per il resto non sono mancati i problemi nella prima mattinata di lavoro a Cagliari, con circa un centinaio di contatti. Ai 21 operatori, ospiti dell'aula informatica dell'Università, in molti non hanno risposto al telefono. Un problema potrebbe essere il prefisso usato per le chiamate, lo 06: è quello da cui spesso partono proposte commerciai di tutti i tipi e in molti guardano il display e decidono di ignorare la chiamata.

Altro problema, chi risponde al telefono vorrebbe sottoporsi al questionario al posto della persona contattata, ma neanche padre e madre possono parlare per conto del figlio minore, questo perché "le liste sono calibrate anche per fasce d'età", spiega Piredda.

Tante telefonate sono comunque andate a buon fine.

(Unioneonline/L)
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