"La pace? Non può essere costruita scambiandosi i missili", questo il messaggio arrivato dal nuovo arcivescovo di Cagliari Giuseppe Baturi, nella sua prima conferenza stampa dopo la cerimonia ufficiale di insediamento, celebrata domenica scorsa nella basilica di Bonaria.

Il sottosegretario della Cei, siciliano, 55 anni, subentrato ad Arrigo Miglio, ha preso spunto dall'offensiva lanciata dall'Iran contro le basi irachene che ospitano soldati americani - e anche italiani - in rappresaglia all'uccisione del generale Soleimani, auspicando il pronto ritorno al dialogo tra le parti, per scongiurare un conflitto che potrebbe avere drammatiche ripercussioni.

Baturi ha anche esternato le prime impressioni sulla Sardegna e su Cagliari. "Mi ha parlato di una terra ricca di identità, generosità e solidarietà, con una Chiesa pronta a dare una mano. Ora voglio confrontarmi anch'io questa nuova realtà. E la prima parola che mi viene in mente è incontro. Il mio impegno - ha spiegato - è quello di conoscere".

Quanto alla città che lo ha accolto, "mi è sembrata - ha detto - pulita, ordinata, silenziosa, ma, come tutte le aree metropolitane, con i suoi problemi".

L'arcivescovo ha anche fissato le priorità da non perdere di vista: "In Sardegna è molto sentito il tema del lavoro, che porta con sè alcune conseguenze: dalla necessità di andare altrove a cercare occupazione all'innalzamento delle età dei matrimoni, e quindi alla bassa natalità. Tante sfide - ha proseguito Baturi - si possono combattere puntando sull'identità di questa terra - Una tradizione che deve innovarsi per affrontare anche queste tematiche moderne".

E poi, l'attenzione ai giovani: "Ma non solo in quanto futuro - precisa - ma anche come presente. Sono una ricchezza, vivono un'era piena di dubbi e di ricerca di risposte. Non devono avere paura di porsi delle domande, bisogna assicurargli un futuro attrattivo qui, nella regione in cui sono nati".

L'arcivescovo ha anche parlato delle celebrazioni religiose in limba sarda: "È un'esigenza comune a molte parti d'Italia, penso ad esempio alle novene in Sicilia. Poi c'è la liturgia. So che per la messa in sardo il percorso è già stato avviato e ci sono delle riflessioni istituzionali in corso. Vedremo".

(Unioneonline/l.f.)

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IL VIDEO (di M.F. Chiappe):

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