Una fotografia, giusto uno scatto. Sarebbe (forse) servito per spostare dalla cattiva strada lor signori della burocrazia. Sapete dove finisce l'attuale quattro corsie tra Sassari e Alghero? In aperta campagna. La città, con il suo aeroporto e con il centro storico-gioiello, è lì. Ma per raggiungerla è necessario allungare il brodo. Rischiare l'osso del collo in una strada budello e inquinare tanto, ma tanto di più, con i gas di scarico della nostra auto. Ecco, una foto, anche con lo smartphone, avrebbe (forse) fatto capire ai nostri immarcescibili azzeccagarbugli come evitare un'incompiuta. Rispettando la legge, per carità, ma senza voltare le spalle al buonsenso.

Ecco com'è andata. Due funzionari ministeriali (Beni culturali e Ambiente) si sono messi di traverso sul progetto dell'Anas che prevede il completamento dei 33 chilometri della statale 291 "della Nurra", progetto approvato - tutto intero - una quindicina d'anni fa. Con una spesa di centinaia di milioni di euro, si viaggia su quattro corsie per 25, 26 chilometri. L'ultimo tratto si interrompe bruscamente a Olmedo. Il progetto dell'Anas era stato considerato troppo … invadente. E così, nel novembre 2015, la Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale ha chiesto all'Anas di rimetterci mano. Mica una roba dal giorno alla notte. Anche perché i due nostri funzionari avevano messo sul tavolo della Commissione il Piano paesaggistico della Giunta Soru, croce e delizia (?) per chi amministra nell'Isola paesi e città dal 2004. Anzi, dal 2006, tanto ci è voluto per le norme di attuazione.

Ebbene, l’articolo 20 del Ppr prevede che nella fascia costiera (non pensate alla battigia, ma allargate il raggio di qualche chilometro) le nuove strade extraurbane possono essere al massimo a due corsie.

Con un’eccezione: potranno averne quattro «le strade», si legge nel Ppr, «di preminente interesse statale e regionale, per le quali sia in corso la valutazione di impatto ambientale presso il ministero dell’Ambiente, autorizzate dalla Giunta regionale». Il nostro progetto rientra esattamente nell’eccezione prevista dal Ppr.

Dopo lo stop del 2015, l’Anas si prende i suoi tempi. Modifica il tracciato, riduce sulla carta l’impatto ambientale e, a marzo 2018, ripresenta il progetto, rivisto e corretto seguendo proprio i suggerimenti arrivati dagli uffici del ministero dell’Ambiente. E così quando a Roma, il 15 novembre, ci si ritrova attorno al tavolo della Commissione, il via libera è atteso come una formalità.

Ma per chi (tutti noi) ha il diritto di viaggiare su quattro corsie (da realizzare rispettando la legge, sia chiaro), molto meglio se confidando sulla sicurezza (figlia anche del briciolo di buonsenso e di coscienza di chi deve giudicare), arriva la scomunica. Quella strada non s’ha da fare. E se proprio ci tenete, fatevela a due corsie. Dopotutto, avrebbe detto uno dei commissari a mo’ di battuta, la utilizzate appena due mesi all’anno. Qualcuno, si racconta ancora, avrebbe reagito cercando di rovesciare la scrivania.

Il resto è cronaca di questi giorni, con i sindaci (guidati da Mario Bruno) in camper, per protesta, sul braccio morto della statale 291. E con l’assessore ai Lavori pubblici della Regione, Edoardo Balzarini, che ribadisce come proprio l’articolo 20 del Ppr preveda, nella fascia costiera, le quattro corsie per strade «di interesse statale e regionale, autorizzate dalla Giunta regionale». Partita chiusa? Ma neanche un po’. I nostri due funzionari (Beni culturali e Ambiente) invitano a leggere bene l’articolo 20 del Piano paesaggistico regionale: le quattro corsie, nella fascia costiera, si possono realizzare, certo, ma solo per le strade «per le quali sia in corso la valutazione di impatto ambientale». E dal momento che l’Anas ha modificato il progetto - proprio come la Commissione aveva chiesto... - l’eccezione viene meno. Suona più o meno così. Oggi non può esserci, in corso, alcuna valutazione di impatto ambientale, perché le carte in tavola sono cambiate. Ve l’abbiamo detto noi di modificare il tracciato? Sì, certo, ma l’eccezione, comunque, non vale più. Due corsie o nulla. Perdete 125 milioni? Non è un nostro problema, noi applichiamo la legge. E a dirla tutta, questa legge sull’Urbanistica ve la siete scritta e approvata voi sardi. Una pietra tombale su un progetto nato negli anni ’80. E approvato molto prima del Piano paesaggistico regionale. Una beffa? Chiamatela come volete. Di sicuro spetta alla politica trovare una soluzione. Potrebbe arrivare da Capitan Salvini che, nel suo tour elettorale, ha detto: «Io sono per i sì, con i no si torna indietro». Di più: «Non so come il metano possa arrivare in Sardegna, magari con le mongolfiere, ma i sardi devono averlo». Parola di (vice)premier, pronto a cancellare anche la vergogna tra Sassari e Alghero. Vergogna, gli ricorderanno Di Maio e Toninelli, che non è nel contratto. Già, il contratto... Allacciamo le cinture e sulla SS 291 si salvi chi può. Tanto, come avrebbe detto quel signore che ha avuto il potere assoluto per bloccare tutto, la usiamo, noi sardi, due mesi all’anno. Amen.

Emanuele Dessì
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