Se il Primo Maggio è una data in Sardegna che riempie di festa le strade della città di Cagliari, la sera del 4 è un qualcosa quasi di magico.

Il rientro di S. Efisio nella chiesetta a lui dedicata a Stampace è un momento raccolto, affascinante, intimo. Le calca non è la stessa dei giorni prima. Si respira un’atmosfera diversa. Ci sono i fedeli, raccolti in silenzio, i gruppi che sfilano con una compostezza sacrale, ci sono le luci, ci sono i canti.

E c’è anche l’adrenalina che lascia il posto ad una stanchezza felice, dopo quattro giorni di cammino che valgono un anno di preparazione. È un arrivare alla fine, soddisfatti e pronti per la prossima volta. S. Efisio unisce tutti, davvero tutti, adulti e bambini. In una tradizione che dura da 367 anni, ma che rimane identica nelle emozioni, nei riti e nell’attesa.

Tra i sardi, anche tanti turisti, curiosi di assistere ad una festa letta in qualche guida: si sentono fortunati ad essere a Cagliari proprio in questo momento. Quasi fosse un segno, una benedizione da tenere stretta insieme ai ricordi di viaggio.

Quando la statua del Santo ritorna nella sua chiesa, l’applauso parte spontaneo e scrosciante, tre le luci che indorano il quartiere di Stampace e il grido che è sempre lo stesso: Ad attrus annus mellus.

L’evento è stato seguito dalle telecamere di Videolina e trasmesso in diretta su Unionesarda.it a partire dalle 21.

Anna Giulia Salis

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