Ha curato un elefante, un tigrotto e un serpente.

Ma non sono gli aneddoti sugli animali esotici quelli di cui vuole parlare.

Da neo-presidente provinciale dell'ordine dei veterinari, Piero Frongia ha ben altro da dire: denunciare un mercato illegale di farmaci negli allevamenti del territorio, indicare strategie che aiutino i giovani a trovare un lavoro e dare consigli all'Università per una formazione migliore.

Il primo obiettivo da presidente?

"Dobbiamo sconfiggere l'abusivismo nella nostra professione. Diciamolo chiaro: "L'automedicazione non è consentita. Dopo la somministrazione di un farmaco servono tempi di latenza per il latte e per la carne e a indicarli può essere solo un veterinario. Invece esiste una rete illecita e allevatori che si affidano a un mercato parallelo. Come ordine vogliamo sollevare il problema a tutela del cittadino e dei veterinari".

Peste suina e lingua blu. Avreste potuto fare meglio?

"Noi siamo una forza lavoro tenuta ai margini delle scelte. Quello che manca in alcuni casi è un buon coordinamento di tutte le autorità responsabili del problema da parte della Regione".

L'ultimo video choc denuncia maltrattamenti in un'azienda di Viterbo. Succede anche qui?

"No, mai".

Quali strumenti avete per garantire il benessere animale?

"Vigilare e punire. Il maltrattamento è un reato".

Il circo è in città.

"Io non vado da quando le mie figlie erano piccole. Mi piaceva. Gli animali bisogna vederli e non solo su National geographic".

Ma gli animali soffrono.

"Non credo. Una volta mi vennero a chiamare, credo fossero gli Orfei, perché il loro elefante aveva un problema dermatologico a un orecchio. Avevo preso una scala per visitarlo e prescritto unguenti e saponate. È l'animale più grande con cui abbia avuto a che fare".

A Milano pochi giorni fa una signora girava con un caracal. A Guspini venivano allevate tigri e pantere. È giusto?

"No, lo sconsiglio vivamente. Anni fa una signora venne per farmi visitare un cucciolo di tigre. Sembrava un gatto bello e grande. Le dissi di lasciar perdere, ma non mi ascoltò e mal gliene incolse. Tornò dopo 3 o 4 mesi con le braccia devastate. Il gattone era diventato un tigrotto. Finì in uno zoo nel nord Italia".

Cani e gatti vestiti e pettinati. È normale?

"Sono momenti ludici per i padroni, concendiamoli. L'animale gode, se la ride sotto i baffi".

A Cagliari ci sono quartieri invasi da gatti e cittadini che spargono cibo per i piccioni. Che fare?

"È un problema sanitario. Quello che noi facciamo come veterinari è educare a una gestione del randagismo più razionale. Non è più come molti anni fa".

Ma è giusto nutrire i randagi?

"Adesso si vede qualche gattara singola, ma esistono delle associazioni di volontariato benemerite. È una battaglia ancora da vincere e la sterilizzazione è fondamentale".

Volontari e rifugi improvvisati. Bene o male?

"I volontari fanno bene e i canili lager non esistono più".

Un mese fa una donna è stata sbranata da due rottweiller a Serramanna. Esistono razze più pericolose di altre?

"No, a volte due animali bravissimi da singoli in coppia possono autoalimentare la loro aggressività. l rottweiler se addestrati ed educati possono essere dolcissimi".

Cosa bisogna fare se un cane ci attacca?

"Scappare è un gesto che porta a essere inseguiti. Meglio fermarsi e cercare di diventare dominante".

Qual è il cane più adatto a una famiglia?

"Non consiglio razze, invito però a prendere un animale quando si è coscienti dell'impegno e si ha il giusto tempo da dedicargl".

Torniamo all'ordine. Quanti veterinari in provincia?

"420".

Quanti disoccupati?

"Il problema dell'inserimento lavorativo si fa sentire anche nella nostra professione. Credo sia utile aprire un confronto con enti locali e Università".

Proposte?

"La legge sul randagismo merita di essere rivista. C'è un problema nell'assistenza. Perché non creare un gruppo di giovani veterinari con i quali stipulare una convenzione per garantirla 24 ore su 24?".

E l'Università cosa potrebbe fare?

"Vogliono attivare lauree brevi per creare figure ibride: laureati che si occuperanno della gestione dell'allevamento e di educazione cinofila. Andrebbero a occupare spazi che sono e devono rimanere di competenza dei veterinari".

Mariella Careddu

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