Una raffica di richieste di condanna a pene comprese tra i 5 e i 7 anni di reclusione sono state sollecitate dal pubblico ministero Giangiacomo Pilia nei confronti di nove imputati di origini bosniache accusati di disastro ambientale al termine dell'inchiesta sui roghi di rifiuti nelle discariche abusive vicine al campo rom sulla Statale 554, alle porte di Cagliari.

Per vari anni, nell'area situata nei pressi della Motorizzazione civile, si è dato fuoco a rifiuti di ogni genere, invadendo di fumo e diossina i rioni di Mulinu Becciu e San Michele.

Il 25 novembre 2016, su richiesta del pm Pilia, il Tribunale sequestrò il campo rom e alcuni furgoni utilizzati per trasportare la spazzatura.

L'indagine condotta dal Noe dei Carabinieri si era chiusa con le ipotesi di reato di abbandono, raccolta, gestione illecita di rifiuti, anche speciali e pericolosi, inquinamento e disastro ambientale. In udienza hanno parlato anche le parti civili, tra le quali anche il Gruppo di Intervento giuridico, l'associazione ambientalista che più volte negli anni ha denunciato l'attività di incendio dei rifiuti, i rischi di inquinamento e i danni per gli abitanti della zona e per l'ambiente.

Il 18 maggio la parola passerà alle difese, poi il collegio della seconda sezione penale del tribunale di Cagliari si ritirerà in camera di consiglio per la sentenza.

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